Se è vero che la media del costo di un pasto in una mensa scolastica in Italia si aggira tra i 4 e 5 euro, come si fa sostenere che a Terni superi gli 11 euro? Questo dato di costo, 11,67 euro a pasto, secondo il Comune, è la ragione che spinge a privatizzare il servizio di refezione scolastica, ma senza che siano mai stati resi pubblici i costi di dettaglio e i razionali economici su cui regge l’erogazione del servizio. I genitori sostengono che fintanto che non escono numeri chiari e credibili dei costi non si può possono fare scelte volte al risparmio e tantomeno si può parlare di privatizzare un servizio che il Comune sembra voglia dare in ‘concessione’. La richiesta di dati ‘specifici e dettagliati per capire a cosa sia dovuta questa colossale differenza di costo era già stata fatta ai primi di febbraio’ ci dice Maria Chiara Dottori del Cosec, ma è stata finalmente recepita solo il 24 aprile da parte del Presidente della II° Commissione il quale si è impegnato a riconvocare un incontro con gli Assessori D’Ubaldi e Malafoglia e a mettere a disposizione uno schema dettagliato dei costi del servizio in questi otto anni.
‘Oggi il Cosec può dirsi soddisfatto. Dopo la vittoria delle cucine in loco [che si volevano chiudere a favore di un probabile unico centro cucina dove accentrare la produzione dei piatti] ora forse riusciamo a porre il confronto in un orizzonte di chiarezza. L’utilizzo del condizionale è d’obbligo visto che ora la palla passa alla Giunta e aspettiamo di vedere quali dati forniscono. Perché proprio sui dati emergono incongruenze. Incongruenze sull’ammontare del costo complessivo della refezione scolastica e di conseguenza della percentuale di reale copertura della spesa.’ Questo quanto scrivono i genitori nel loro comunicato stampa che si chiude con la visione di un futuro dove il rischio sia che tutti i servizi, anche quelli educativi, possano essere dati in ‘concessione’ ai privati. Se questa sarà la prospettiva i genitori si prepareranno a saldare l’asse Terni – Perugia, comune dove l’esternalizzazione del servizio è partita quest’anno e, in parallelo, i ricorsi al Tar dei genitori.