Per gli insegnanti e i bambini la permanenza in mensa spesso è una fatica: refettori poco accoglienti, spazi affollati e tanto rumore. Eppure c’è chi riesce a rendere il momento del pranzo un’occasione per fare educazione lavorando sulla consapevolezza e il benessere.
Ad Asti c’è un maestro che prova a dare sempre nuovi stimoli ai bambini della sua classe e lo fa anche nel contesto della mensa scolastica. Si chiama Giampiero Monaca, un maestro che non molla mai e riesce a trasformare un limite, come i refettori rumorosi, in un’opportunità per ‘fare scuola’. La sua è una didattica che si ispira a Don Milani e alla Montessori: «Una scuola aperta, del fare, del sentire e dell’accoglienza» che mette i bambini al centro, li rende protagonisti nel trovare e proporre soluzioni e li trasforma in futuri cittadini critici e attivi. Si tratta di un metodo che rientra nel cosiddetto progetto ‘bimbisvegli’ di cui parla Giampiero Monaca quando racconta delle iniziative e soluzioni che studia insieme ai bambini per creare valore.
‘Nelle mense scolastiche italiane che ho frequentato, negli anni ho potuto registrare picchi sonori di 110db con medie di 95db.
Per anni ho cercato di coinvolgere colleghi in una gestione deĺle classi più rispettosa del benessere dei bimbi e nostra. A nulla è valso.Con l’insediamento del progetto ‘bimbisvegli’ nella scuola di Serravalle d’Asti, stiamo sperimentando un nuovo sistema per motivare l’autocontrollo da parte dei bambini. Si tratta di una modalità che trae ispirazione da una mensa in una enorme scuola islandese che ho visitato, e quindi applicabile anche in contesti di grandi dimensioni.
Dopo aver parlato dell’apparato uditivo, dei rischi connessi al rumore dei limiti di tollerabilità, abbiamo introdotto un gioco basato su un fonometro, per il quale serve solo una App da scaricare su un cellulare o un tablet.Il gioco è quello di tener il livello sotto gli 80db e di cercare di abbassare giorno per giorno la media del rumore. Il primo giorno avevamo misurato una media di 78 db. Adesso siamo a 65db.
Tutti chiacchierano liberamente, ma molti seguono il grafico sul monitor e si fanno parte attiva per tenere bassi i volumi e i rumori. Un gioco il cui effetto fa stare bene a tutti.Un altro aspetto su cui lavoriamo in classe è la consapevolezza dell’importanza della varietà dei cibi e di una corretta alimentazione.
All’ingresso a scuola, ogni giorno durante il momento dell’appello, si legge anche il menù quotidiano. Ognuno in quel momento, dichiara già dal mattino il proprio gradimento per questo o quel cibo e la quantità che prevede di consumare a pranzo (un assaggino, metà porzione o porzione intera). In questo modo dedichiamo un momento alla riflessione sugli ingredienti, sulla valutazione dei propri gusti, sul proprio fabbisogno. Anche se ogni bambino ha sempre la facoltà di richiedere altro cibo per arrivare alla porzione intera.
Un alimento non particolarmente amato sarà quindi consumato in quanto utile all’apporto dei nutrienti specifici, ma non in quantità insopportabile, e soprattutto non sarà sprecato.
Le pietanze particolarmente “gettonate” da alcuni sono consumate in porzione piena, magari anche con una piccola integrazione per chi lo desidera, proprio in virtù del fatto che altri non le hanno avute nel piatto. Questo sistema permette di non produrre scarti, a dispetto di altre classi in cui il cibo viene scodellato in porzioni standard ai bambini che, lasciati senza indicazione, valutandolo eccessivo o sgradito lo buttano immediatamente senza nemmeno toccarlo.
Ma non ci siamo fermati qui. Dopo anni di monitoraggio e misurazioni in cui insieme ai bambini abbiamo pesato gli scarti delle altre classi, registrato i consumi, quantificato il valore del cibo sprecato (circa € 1800 euro di cibo buttato per ogni classe all’anno), alla fine siamo stati capaci di avviare il progetto Eticamensa. Un sistema che permette di destinare il cibo non somministrato in mensa a famiglie in difficoltà. La soluzione è stata identificata coinvolgendo il Comune e la nostra scuola di Serravalle d’Asti che raccoglie le eccedenze alimentari in contenitori che vengono ritirati dai ragazzi profughi e consegnati a famiglie indigenti residenti nel territorio limitrofo alla scuola.’
Tante idee e soluzioni che permettono di sviluppare una consapevolezza sul valore del cibo, ma che permette di stare bene in mensa. Un mensa che diventa solidale grazie alla sensibilità dei bambini e alla fantasia di un maestro. Star bene a tavola si puó!