Roberto Scalacci, dal 2015 Direttore della Direzione Agricoltura e Sviluppo Rurale della Regione Toscana, interviene a Siena all’interno della cornice di Ristorazione bellezza per valorizzare il ruolo della mensa scolastica rispetto allo sviluppo rurale sostenibile in Toscana. Ecco il suo intervento introdotto dalla domanda: La mensa è un’occasione per lo sviluppo rurale?
‘Grazie dell’invito a partecipare a questa importante occasione, una bella iniziativa a cui va il nostro apprezzamento e mi dà l’opportunità di fare il punto su quanto ha fatto negli anni la regione Toscana su questo argomento. Speriamo di continuare nel prossimo futuro a unire e valorizzare la qualità della nostra agricoltura, con le mense scolastiche, la cultura per un cibo sano e un’agricoltura sostenibile e di qualità che coniuga la tutela del nostro patrimonio di tradizioni e di cultura, i sapori locali con la tutela dell’ambiente, del paesaggio delle risorse naturali, della biodiversità e appunto della salute umana che è una delle questioni prioritarie che la politica della regione deve mettere in atto.
Senza dubbio noi negli anni abbiamo fatto notevoli sforzi per cercare di valorizzare il consumo di prodotti locali nelle mense più vicino possibile alla nostra regione, trovando alcune difficoltà che poi riporterò. Sulla questione della sostenibilità la Toscana è sicuramente una delle regioni che presta maggiore attenzione agli aspetti relativi agli agricoltori e alla loro attività, che ha un molteplice valore. Noi in questi anni abbiamo investito sulla piramide alimentare toscana con l’Agenzia Regionale della Salute, che ha dato indicazioni importanti proprio sui livelli di qualità e sulle questioni che riguardavano gli aspetti nutritivi e di salute delle produzioni agricole. Abbiamo investito molto sul marchio di certificazione di agri-qualità che permette un’agricoltura integrata e quindi con minor apporto di input chimici e più sostenibile. Sosteniamo i coltivatori custodi e le banche del germoplasma che sono esperienze importanti per la biodiversità. Abbiamo promosso la creazione dei distretti del cibo, che in Toscana riguardano sia i distretti rurali, quelli biologici, le comunità del cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, le strade del vino e dell’olio e dei sapori, che sono tutti strumenti di governance locale che in questo senso possono agevolare un rapporto diretto con amministrazioni pubbliche e quindi dare la possibilità di incontrare questa esigenza di un maggior consumo di prodotti locali anche all’interno del servizio di ristorazione.
Inoltre stiamo promuovendo e avviando i lavori, anche in collaborazione con Anci Toscana e il centro delle competenze della Toscana per la valorizzazione delle produzioni e dei prodotti agroalimentari tradizionali. Si tratta di uno strumento importante che ci permette di andare un po’ oltre il livello di consultazione che normalmente facciamo, sperimentando un’attività di partecipazione di tutte le forme organizzate che rappresentano l’agricoltura, le amministrazioni locali, ma anche le scuole e quant’altro, per poter, insieme, costruire dei percorsi che possano permetterci di conoscere le migliori esperienze, le migliori conoscenze da trasferire alla politica. Conoscenze che permetteranno di mettere in atto le scelte e gli indirizzi necessari per conseguire gli obiettivi che attraverso questo centro riusciremo a evidenziare con un lavoro fatto insieme. Si tratta di un centro che agevolerà la conoscenza di tutti gli elementi relativi all’agroalimentare, le produzioni locali e, prossimamente, costruiremo anche un centro della conoscenza dell’agro-biodiversità. La prima esperienza che abbiamo fatto è stata la comunità di pratica sull’agricoltura di precisione, che è un altro tassello importante della sostenibilità, e ci aiuta a dire che queste formule di lavoro sono molto importanti e producono idee ed elementi molto significativi.
Sulla Toscana avevamo tentato, attraverso la legge regionale 75/2019, di rinnovare il nostro impegno che viene addirittura dalla legge regionale 18/2002 attraverso la quale abbiamo garantito l’introduzione di prodotti biologici, tipici e tradizionali nelle mense pubbliche e nei programmi di educazione alimentare della Regione Toscana. Purtroppo questa esperienza della legge regionale 75 ha trovato la contrarietà della Corte Costituzionale. Questa legge tentava di anticipare altre politiche che poi sono state messe in atto anche a livello nazionale ed europeo e tentava di promuovere il consumo di prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura e a km 0, provenienti dalla filiera corta, nell’ambito dei servizi di refezione scolastica nei nidi d’infanzia e nelle scuole primaria e secondaria di primo grado e di secondo grado. Purtroppo la Corte Costituzionale ha ritenuto che fosse distorsivo della concorrenza e poi ci ha lasciato in imbarazzo. Noi abbiamo tentato di spiegare quelli che erano gli elementi però probabilmente siamo stati un po’ troppo lungimiranti rispetto anche alle opportunità che il quadro attuale sta comunque mettendo in atto e questo non ci ha consentito di applicare questa legge. E’ chiaro che continueremo con altre iniziative e altre proposte che in qualche maniera a nostro avviso sono necessarie per spingere e agevolare il più possibile il consumo di questi prodotti e la valorizzazione della produzione agricola sostenibile nella nostra regione.
Tra l’altro in ambito europeo tutti conoscete appunto il Farm to Fork che è una strategia che influenzerà molto anche le politiche agricole dal 2023 con la nuova PAC e i principi del Green Deal europeo declinati sia attraverso la farm to fork che la strategia della biodiversità. In tutto questo è chiaro che la produzione biologica, che è l’esempio più sostenibile tra quelli che ho rammentato, è un altro punto di forza della Toscana che noi vogliamo cercare di mettere avanti. Siamo arrivati quasi al 35% della superficie agricola utilizzata come agricoltura biologica.
Grazie all’importante impegno dell’assessore Saccardi, che ha facilitato la possibilità di utilizzare le risorse della programmazione e sviluppo rurale e in particolare anche queste del periodo transitorio 21-22 investendo tra il passato il bando che ha messo in 70 milioni di euro e quello che rinnova la possibilità di avere il supporto agli agricoltori per coltivare con metodo biologico, stanzieremo altri 60 milioni di euro che ci permetteranno di continuare questa esperienza. Quindi un impegno dell’assessore Saccardi che viene dall’esperienza della sanità e quindi ha a cuore questi aspetti delle politiche che si stanno sviluppando.
Ci aiuta anche la recente legge del 9 marzo 2022 che punta alla produzione biologica e inserisce elementi che ci potranno dare sostanza’.