Niente piatti di plastica ma solo stoviglie lavabili, acqua dal rubinetto al posto delle bottiglie di plastica, cucine interne e meno pasto trasportato, raccolta differenziata e pannelli solari per il fabbisogno energetico, ma soprattutto più prodotti biologici, lotta integrata e meno carne, queste le indicazioni per una mensa sostenibile e più rispettosa dell’ambiente. E’ quanto emerge dallo studio dell’Università di Torino dal titolo ‘Analisi della performance ambientale del servizio di ristorazione scolastica del Comune di Torino‘ presentato in occasione di INNOCAT lo scorso 18 febbraio.
Il progetto di appalti di eco-innovazione nel settore della ristorazione, lanciato da ICLEI, Local Governments for Sustainability, due anni fa ha, infatti, l’obiettivo di individuare le linee guida per appalti sostenibili nelle mense scolastiche. Lo studio guidato dal dott. Cerutti, Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino e Istituto di Ricerche Interdisciplinari sulla Sostenibilità (IRIS), dimostra come la scelta di un menu ad alto contenuto di alimenti biologici e lotta integrata e a basso consumo di carne (ridotta nel caso di Torino al 50%) possano, da sole, incidere ad una riduzione di gas climalteranti (inquinanti) pari al 48% dell’intero ciclo di vita della ristorazione scolastica torinese.
La ricerca ha analizzato tutte le fasi che vanno dall’estrazione e produzione delle materie prime, il processo di trasformazione industriale, il trasporto, la distribuzione, gli imballaggi, il consumo, fino al riutilizzo, riciclo e rifiuto. Interessante notare come la distribuzione di pochi centri cucina sul territorio rappresentino un fattore altamente inquinante mitigabile con mezzi di trasporto a metano, o, ancora meglio, attraverso una riorganizzazione dei centri cucina, più numerosi e capillari sul territorio. Ad oggi Torino dispone di solo 5 centri cucina da cui partono i pasti trasportati in tutte le scuole.