I menu scolastici sono lo specchio del valore che una città dà al servizio di ristorazione scolastica. Spesso sono ‘muti’, non dicono nulla delle materie prime: se sono fresche, congelate, bio, IV o V gamma; a volte si trova la dicitura ‘pesce‘, o ‘formaggio‘ o ‘verdura‘ senza alcuna specifica qualitativa.
Eppure il menu ‘parla’ proprio in assenza d’informazioni.
Il tipo di pasto proposto a scuola svela il modello che sta dietro al menu: chi decide e l’obiettivo del pasto.
Insalata, pizza e budino è un pasto che potrebbe preparare anche un bambino capace di aprire la busta dell’insalata, mettere in forno la pizza e scoperchiare il vasetto del dolce. E’ il modello industriale quello che ha abdicato alla possibilità di cucinare, che punta a fare efficienza.
Gnocchi di patate al ragù con mozzarella, carne al ragù, patate al forno e pandorino è un pasto che ha l’obiettivo di stendere i bambini in un lungo sonno digestivo, non molto distante da tortellini di carne, arrosto di lonza, patate e banana. Patata e carne è alla base del menu ‘mangia e taci‘ quello che riempie le pance e sazia bambini fino a cena.
Poi ci sono i menu facili: pasta al pomodoro, prosciutto cotto e biete e quelli che invece provano a coniugare gusto e salute con pasta al pesto invernale (a base di broccoli, pinoli e parmigiano), stracchino e insalata con salsa allo yogurt (limone, yogurt e aromi).
La dieta a scuola è un rebus. Eppure è semplice capire le ragioni che hanno spinto a redigere un menu: materie prime già pronte e a basso costo punta ai profitti, mentre ingredienti di qualità per piatti sfiziosi mira ad assecondare il gusto e promuovere la salute. Tra questi due estremi ci sono tante realtà ‘standard’ che sono un copia e incolla delle solite proposte distribuite con ordine diverso rispetto all’anno precedente. Pizza, lasagna, bastoncini, hamburger, polpette e polpettoni, piatti che resistono al degrado organolettico del pasto trasportato, la stragrande maggioranza.
In questo variegato panorama italiano spiccano rare eccellenze: menu che rivelano dietiste (dipendenti del Comune) competenti e motivate che collaborano con cuochi appassionati con i quali comporre pasti gustosi ed equilibrati. Sono menu che sorprendono perché interpretano i legumi come unica fonte proteica, hanno poca patata, meno carne e il pesce non si chiama ‘bastoncino’, hanno insalate miste con noci e ricette inusuali che impongono le cucine di prossimità.
Sono realtà dove si scopre che i bambini chiedono il bis delle verdure, mangiano cereali integrali senza fare resistenza e gradiscono l’hummus, anche se si chiama crema di ceci.
Di questo ed altro parleremo il 28 novembre a Civitanova Marche, in occasione dell’incontro organizzato dai genitori commissari mensa dal titolo ‘luci e ombre del servizio di refezione scolastica‘. In questa sede presenteremo l’avvio dei lavori e le novità del 3° Rating dei menu scolastici che si comporrà anche quest’anno attraverso il questionario online Menu a punti.