Dopo la tossinfezione che ha colpito 500 bambini a Pescara, 200 dei quali sono stati ricoverati in ospedale, i genitori si sono organizzati in un comitato ‘noi a mensa a Pescara‘ e stanno valutando varie strade per garantire un pasto sano a scuola ai propri figli.
I genitori hanno chiesto all’Amministrazione di ritornare alle cucine interne alle scuole, che ritengono essere la condizione ottimale per garantire un pasto buono e sano per i propri figli. In assenza di tali condizioni il Comitato noi a mensa sta pensando seriamente ad un piano B, vale a dire il pasto da casa. Una lettera di diffida, datata 27 agosto, a firma del Presidente del Comitato Claudio Cretarola e del Segretario Amedeo Petrilli è stata indirizzata al Sindaco Marco Alessandrini, all’Assessore alla Pubblica Istruzione ed Edilizia Scolastica Giacomo Cuzzi, al Responsabile del Servizio Refezione Scolastica Enrica Di Paolo, al Direttore del Sian Antonio Caponetti e a tutti i Dirigenti scolastici per notificare che i genitori eserciteranno, all’avvio del prossimo anno scolastico, il proprio diritto di poter scegliere di portare il pasto da casa in alternativa al servizio di refezione scolastica. Così infatti si esprimono i genitori nella lettera:
[…] La presente, quindi, valga in termini non di richiesta, ma di unilaterale DICHIARAZIONE di esercizio del diritto di scelta al pasto casalingo; i genitori, prima dell’inizio del “tempo pieno”, dichiareranno di assumersi ogni responsabilità per quanto riguarda la fornitura e la conservazione del pasto domestico da consumarsi a scuola, garantendo la correttezza dei comportamenti alimentari per il/la proprio/a figlio/a, pur senza alcuna rinuncia alle prestazioni educativo-comportamentali del corpo docente al quale spetterà, in ogni caso, il compito di esercitare la normale attività di vigilanza affinché non vi siano, durante l’orario di refezione, scambi di cibi, a tutela degli studenti allergici e/o intolleranti.[…]
La situazione a Pescara è calda, ma non per questioni metereologiche. Da una parte ci sono i genitori che hanno presentato denunce contro ignoti dopo la tossinfezione che hanno segnato l’avvio delle indagini per identificare i responsabili dell’accaduto, dall’altra l’Amministrazione che ha concluso la procedura per la risoluzione del contratto con il fornitore per assegnare il servizio al secondo classificato nella gara di appalto del 2015, l’ATI tra Camst e CSA. In mezzo ci sono i lavoratori che rischiano tagli significativi: da 1850 ore lavorative alle 1350 previste dal progetto classificatosi al secondo posto e attualmente assegnatario del servizio per l’anno scolastico in procinto di iniziare.
Tensioni alle stelle e braccio di ferro tra genitori, Amministrazione e Dirigenti scolastici che dovranno attrezzarsi per il pasto da casa visto lo scetticismo che dilaga tra le famiglie sulla possibilità di un riavvio del servizio con tutte le garanzie di qualità e salute, e tra sindacati e coop per l’ennesimo taglio che si prospetta di addetti al servizio mensa, che si ripete ormai inesorabile da 15 anni.
L’aspetto più critico è il tempo limitato da qui all’avvio del servizio: il 24 settembre per le scuole primarie e il 3 ottobre per gli asili. Sarà sufficiente per organizzare un servizio di refezione scolastica con tutte le garanzie richieste dai genitori?