Una mamma racconta la persistente lotta contro l’esternalizzazione della mensa scolastica che il Comune, con una inaspettata gara d’appalto agostana, ha ‘scippato’ ai genitori. “La nostra realtà a Perugia, era, fino a ieri, molto partecipata dai genitori che si occupavano dell’approvvigionamento delle materie prime sul territorio, con criteri di qualità ed economia, reinvestendo nella scuola i risparmi, frutto di una gestione oculata degli acquisti di tutto l’anno. Nonostante i tentativi di difendere una realtà che ha sempre funzionato e ha prodotto benefici ai bambini, al territorio e alla scuola, la prospettiva che abbiamo oggi è quella di una mensa scolastica ‘esternalizzata‘ che rischia di perdere qualità delle materie prime e in generale del servizio di ristorazione scolastica, il tutto grazie ad una gara d’appalto del valore di 3 milioni 721mila euro su cui, noi genitori, abbiamo espresso molti dubbi.
Cerco di farvi una sintesi della situazione: diversi anni fa il Comune ha provato a fare una esternalizzazione della refezione scolastica, con dimensionamento dei punti cottura, diminuzione del personale comunale addetto ecc…., le proteste dei genitori hanno fatto si che si procedesse all’esternalizzazione completa di otto scuole, raggruppate sotto un unico Polo Mensa: come in altre parti in questa situazione è una grande azienda la Elcor, che insieme a una cooperativa locale gestisce tutto, servizio e acquisto derrate. L’hanno chiamata “sperimentazione”, ma è ormai in essere da dieci anni e a oggi non siamo riusciti ad avere una seria valutazione di questa sperimentazione, né, cosa gravissima, i bilanci. Accanto a questa esternalizzazione che definiamo “totale”, c’è stato il dimensionamento delle cucine: sono state eliminate delle cucine e si sono costituiti dei poli mensa: una cucina che fornisce pasti alla propria scuola e ad altre 2/3. In queste scuole fino a oggi erano i genitori, attraverso i Comitati Mensa ad acquistare le derrate aimentari, grazie ad una Convenzione elaborata dal Comune di Perugia alcuni anni orsono.
In tale Convenzione veniva normata la seguente prassi: i genitori, eletti a inizio anno nel Comitato, si occupavano della selezione dei fornitori secondo criteri di qualità e risparmio ( ovviamente con grande attenzione alla qualità) e dei prodotti da acquistare presso i fornitori privilegiando sempre fornitori locali garantiti, conosciuti per la qualità. Ogni Comitato sceglieva i suoi. Nella scuola di mio figlio, per esempio, in cui è presente la cucina: ogni settimana ( menù e grammature stabilite dalla nutrizionista ASL) noi effettuavamo gli ordini di concerto con le cuoche, scegliendo ad esempio per la pasta fresca in uno dei migliori negozi della zona, per la frutta e la verdura dei fornitori locali di cui potevamo controllare anche i magazzini. In questo modo abbiamo evitato, per il semplice fatto di non acquistarli, di cucinare bastoncini o prodotti surgelati, tra cui le patate che il personale di cucina non voleva tagliare, e abbiamo, potendo scegliere a monte cosa comperare, ovviato a molte scelte che si sarebbero volute fare per semplificarsi il lavoro. Noi pagavamo una retta mensile e il Comune ci “restituiva” ogni due mesi un ‘tot’ a bambino con cui noi effettuavamo gli acquisti. A fine anno c’era sempre un sostanzioso avanzo di denaro derivante dalla nostra gestione e il denaro, sempre secondo la Convenzione, poteva essere speso per la scuola: progetti didattici, materiali, giochi, uscite didattiche.
Ovviamente nel Polo Mensa totalmente esternalizzato non hanno mai avuto alcun avanzo da reinvestire per la scuola (a parità di retta mensile versata) e nemmeno contributi dal Comune, e hanno dovuto affrontare diversi problemi a partire dal piatto unico che i bambini non gradivano per niente.
L’amministrazione quest’anno ha deciso di esternalizzare tutto, togliendo ai Comitati la Convenzione con cui potevano effettuare gli acquisti. E’ stata una vicenda molto triste sul piano politico che continuiamo a contestare anche con iniziative legali con il ricorso al Tar, ma pianificheremo altre forme di protesta a breve.
Noi avremmo voluto avere un anno ponte in cui costruire, attraverso un tavolo di coprogettazione un’alternativa sia alla totale esternalizzazione, sia alla nostra esperienza, ma che consentisse ai genitori di svolgere un ruolo significativo e sostanziale nella gestione. Siamo convinti, vedendo cosa succede altrove e anche vicino a noi, che la formula del controllo finale, sul pasto non sia davvero efficace e che si traduca spesso in contenziosi e basta.
Partivamo da un’esperienza che ci ha sempre consentito con massima trasparenza di tutelare la qualità del cibo e di contribuire alla crescita anche culturale della comunità e dei bambini, oggi non sappiamo, anche se possiamo immaginarlo, cosa ci aspetta.‘
Patrizia Tabacchini
Commissione mensa Perugia
Per seguire il dibattito in corso c’è una pagina Facebook molto attiva dove i genitori si confrontano e discutono iniziative per contrastare l’estenalizzazione della mensa scolastica.