Il Comune di Milano ha approvato il menu invernale per il prossimo anno scolastico.
Se da una parte l’Amministrazione milanese sembra intenzionata a condividere i dati statistici risultanti dalle ispezioni, di fatto non recepisce le osservazioni più macroscopiche che emergono dalle schede dei commissari mensa. Lo si legge sul sito della partecipata dove vengono commentati i dati statistici delle ispezioni dei commissari mensa, pubblicati sul sito pappa-mi, ma cogliendo solo i dati positivi e omettendo i dati più critici. Risponde, infatti, pappa-mi a tal proposito, rilevando: ‘non possiamo non notare che il commento [di Milano Ristorazione, la partecipata del Comune di Milano] non tratta alcuni aspetti critici emersi dai dati stessi, in particolare “Polpette di merluzzo al pomodoro” e “Crocchette con verdure” risultano totalmente rifiutate dai bambini, contribuendo ad abbassare la media della qualità percepita del servizio di refezione scolastica rispetto agli scorsi anni….”
Di fatto il Comune di Milano sceglie di mantenere sostanzialmente invariato il menu invernale rispetto agli anni scorsi perpetuando la strategia industriale volta a premiare i guadagni, che se l’anno scorso venivano definiti da record (1.770.000 di euro di utili) quest’anno sono da capogiro (2.432.000, come da bilancio). Questa volta, però, la notizia non è stata pubblicizzata, ma è uscita in sordina in piena campagna elettorale.
Se lo scopo del Comune di Milano è la massimizzazione dei profitti attraverso il servizio di refezione scolastica allora non stupisce che non si cambi nulla di sostanziale, ma si apportino solo piccoli ritocchi.
Purtroppo non appare corretto dire, come fa Repubblica nell’articolo del 29 luglio ‘niente più polpette di tacchino‘ perché negli ultimi due anni sono comparse nel menu estivo, quindi bisognerà aspettare aprile per confermare questo dato, così come non è vero annoverare gli straccetti di tacchino alla romana, tra i nuovi piatti, perché erano già presenti nel menu invernale dello scorso anno scolastico. New entry è la minestra di farro e re-entry è la vellutata di zucca, già presente due anni fa, rimangono invece i piatti processati come le contestate polpette, crocchette e tortini; restano le verdure ‘scarta e servi‘, ovvero in gran parte surgelate o imbustate, e il biologico rimane al di sotto del 10%. La proposta di pesce continua a limitarsi al solito merluzzo, servito sotto forma di bastoncini e polpette e una sola volta riconoscibile come filetto gratinato; ancora assente la trota nel menu annunciata tre anni fa.
Milano sembra essere ancora molto lontana dai sedanini al sugo di trota di Roma, ma anche dalla pasta al ragù di seppioline e merluzzo di Bologna, o dal riso alle vongole di Palermo, dalla coda di rospo gratinata di Ancona, dallo spiedino di calamari di Sesto Fiorentino. Ancora più distante è il 100% di biologico di Pisa, o l’85% di Bologna e l’80% di Firenze, e un miraggio sono le 5 varietà di pesce, di cui 2 fresche di Roma, o le 38 proposte di verdura al mese, crude come antipasto e cotte come contorno, di Trento, Bolzano e Treviso.
Proposte incompatibili con il processo industriale dei piatti di Milano? o troppo costose? Sarà la logica del risparmio a volere l’introduzione di una frittata supplementare (che la precedente Rappresentanza cittadina aveva invece chiesto e ottenuto di limitare a 2 volte al mese dato il basso gradimento registrato)?
Domande e perplessità emergono numerose, ma la questione più pregnante è se sia etico che il Comune guadagni, e così tanto, sul cibo dei bambini.
Rimane la speranza che il neo Sindaco Sala sia capace di coinvolgere i genitori, i veri stakeholder della refezione scolastica, in un processo di cambiamento che tenga in maggiore considerazione la qualità e l’origine delle materie prime, il potere nutrizionale degli alimenti, il valore aggiunto delle cucine, il processo di elaborazione dei piatti come ingredienti essenziali per una crescita sana dei piccoli cittadini milanesi e per lo sviluppo del territorio.
L’augurio è che la nuova giunta abbandoni la strategia industriale volta alla massimizzazione dei profitti e ridisegni un nuovo modello di refezione scolastica che metta al centro la salute, la sostenibilità e l’etica.
Il 7 settembre è previsto l’incontro tra i genitori della Rappresentanza cittadina delle commissioni mensa di Milano con il Vicesindaco e Assessore all’Educazione e Istruzione dott.ssa Anna Scavuzzo e sarà la prima occasione per capire se ci sono i presupposti di un cambiamento. Sul tavolo ci saranno, a detta del Vicesindaco, le linee strategiche del Comune in tema di ristorazione scolastica e i progetti di Milano Ristorazione relativi all’adeguamento ai CAM (Criteri Minimi Ambientali) e il potenziamento dei centri di via Gargano e via Quaranta. La sede prevista per l’incontro è quella della partecipata e non Palazzo Marino, come invece era per la precedente Rappresentanza cittadina delle commissioni mensa. E’ questo già un segnale di dove risiede la governance della ristorazione scolastica della nuova Giunta?