A Milano i genitori hanno ricevuto ad aprile una lettera informativa sulle nuove modalità d’iscrizione al servizio di mensa scolastica online con la seguente dicitura a fine pagina ‘non dovranno scriversi online: le famiglie che non intendono partecipare ai servizi sopra elencati, le famiglie degli alunni che si iscriveranno a scuole privato e/o paritarie.‘
Si tratta di una frase che già lasciava intendere la possibilità di scegliere se iscriversi alla mensa oppure no, anticipando (involontariamente?) l’opzione ‘pasto da casa’ per chi non si sarebbe registrato online. Vuoi le lunghe vacanze, la memoria corta dei genitori, problemi economici o difficoltà legate alla nuova modalità di iscrizione, fatto sta che, all’avvio dell’anno scolastico, si apre la prospettiva concreta di avere un numero di famiglie che non ha fatto l’iscrizione. Il Comune/Milano Ristorazione dal canto suo sceglie di correre ai ripari iscrivendo tutti d’ufficio. Così anche chi non ha fatto l’iscrizione online per volontà e non per dimenticanza, si trova comunque iscritto alla refezione scolastica.
Mentre domina nel Nord Italia la questione del ‘pasto da casa’ in alternativa alla mensa e alcuni Comuni hanno messo a disposizione il modulo per l’esonero dal servizio mensa (rinuncia_al_servizio_ristorazione_genova), Milano si chiude a riccio e iscrive tutti al servizio di ristorazione scolastica, così almeno è quanto viene riferito chiamando telefonicamente Milano Ristorazione.
In questa situazione, già molto incerta, che provocherà seri problemi a presidi e genitori, si viene a sapere, sei giorni prima dell’avvio della scuola, che la Presidente di Milano Ristorazione, Gabriella Iacono, si è dimessa. Scegliere di dimettersi all’avvio della scuola, momento di per sé critico, sorprende, e solleva a maggior ragione ulteriori perplessità per il fatto che avviene in una tale circostanza che richiederebbe, invece, una leadership forte e credibile.
Le dimissioni dei vertici in questo momento critico sembrano un segnale che qualcosa sta cambiando in un contesto che fino ad oggi si è retto su un monopolio intoccabile con utili da capogiro, che, forse, rischia di perdere pezzi e non reggersi più sull’obbligatorietà della mensa.
Lo scenario che si prefigura a breve appare indefinito e richiederà solleciti provvedimenti da parte di tutti gli attori coinvolti.