In occasione di Sfide, il salone dedicato alla scuola che per il secondo anno consecutivo ha uno spazio dedicato all’interno di Fa la cosa giusta, abbiamo presentato Foodinsider Academy una didattica laboratoriale che è anche un modo per creare un’alleanza tra scuola e mensa. Non educazione alimentare fine a se stessa, ma una didattica che crea un ponte con il menu scolastico a cui si arriva preparati e ricchi di nuove conoscenze, anche sorprendenti.
Il metodo: food for connections
Quello che abbiamo presentato è un metodo d’insegnamento che parte dalla lettura del menu del giorno per esplorare cibi che comunemente mangiamo sia a casa che a scuola e che diventano un’occasione per esplorare una quantità di discipline.
Siamo partiti dall’arancia che abbiamo osservato con sguardi diversi. In classe, il processo di osservazione può essere avviato in modo ludico, provando a guardare gli alimenti da tanti punti di vista: con gli occhi dello scienziato, dell’agricoltore, dell’artista, dello scrittore, dello storico e così via.
L’arancia
L’osservazione permette di guardare e ‘smontare’ l’arancia per parlare di geometria: la sfera, il colore, il sapore, il profumo, la simmetria bilaterale che associamo al nostro corpo e la simmetria raggiata e poi gli spicchi, ma quanti spicchi? Domande che possiamo rivolgere agli studenti affinché esplorino il frutto. Il semplice atto di spremere l’arancia permette di separare le diverse componenti e aprire la porta a richiami all’alimentazione e alla gastronomia, per arrivare a preparare una semplice glassa da spalmare su un biscotto.
Sempre la buccia conduce verso riferimenti al linguaggio comune (la pelle ‘a buccia d’arancia’) o alle tradizioni, come quella dell’uso dei fiori d’arancio come simbolo di purezza e fertilità. Se spostiamo lo sguardo alle sue origini arriviamo alla storia: da dove viene, dalla combinazione di quali frutti deriva, fino ad uno storytelling che racconta di come l’arancia abbia salvato migliaia di marinai grazie alla scoperta della vitamina C che ha debellato lo scorbuto, una delle principali cause di morte durante le traversate. L’arancia si trasforma in elemento culturale per attraversare l’arte pittorica, il linguaggio e approdare alla scienza con esperimenti che divertono piccoli e grandi: come fare scoppiare un palloncino con un’arancia senza toccarla? come creare un ‘aranciafiamme’, vale a dire una combustione con la buccia d’arancia?
Quesiti che si possono tradurre in divertenti trucchi di magia per i bambini e trasformarsi in sperimenti scientifici per gli studenti del liceo.
L’uovo
Stesso approccio anche per l’uovo. Dall’osservazione di due uova diverse, una scura e una bianca, si arriva a scoprire che dentro sono uguali. Un’occasione importante per parlare dell’inclusione, di come gli uomini siano uguali al di là del colore della pelle. Anche le informazioni tecniche si possono osservare imparando a leggere i dati registrati sull’uovo. Ma quanti tipi di uova esistono? E’ nato prima l’uovo o la gallina, l’uovo affonda o galleggia? Poi di nuovo l’uovo nell’arte, nel design, nella letteratura.
L’alfabetizzazione alimentare
Ogni alimento che mangiamo racchiude al suo interno molti contenuti, è un “libro” che occorre imparare a leggere e decodificare. Solo così è possibile imboccare la strada del consumo consapevole e restituire al cibo il suo ruolo di autentico bene primario anziché di bene di consumo. Dal punto di vista didattico, la trasmissione di queste competenze presuppone il superamento del concetto di ‘educazione alimentare’ a favore di quello di ‘alfabetizzazione alimentare’ dove più che l’apprendimento di nozioni conta l’acquisizione di chiavi di lettura.
Il cibo si trasforma così in materiale didattico a tutti gli effetti e diventa oggetto di osservazioni, analisi, riflessioni, ricerche ed esperimenti che coinvolgono insegnanti e bambini, individualmente e in gruppo, in ogni ambito della loro vita scolastica, stimolando il pensiero e il lavoro multidisciplinare. Più ampio è lo spettro del contesto in cui lo si colloca, meglio si comprende il suo linguaggio e il suo valore e più strumenti acquisiscono i bambini per orientarsi.
L’alfabetizzazione alimentare, dunque, può facilmente tradursi in un percorso didattico che va verso una conoscenza integrata delle discipline da attraversare con lo sguardo rivolto al cibo. Una metodologia in linea con le indicazioni del Miur che permette un approccio trasversale, dove il cibo è tutti gli effetti “materiale didattico” che stimola il pensiero interdisciplinare: ‘food for connections’, alimenti che permettono di esplorare materie diverse, avvicinare gli studenti alla conoscenza e alla consapevolezza del valore del cibo che ritrovano a casa e in mensa. Foodinsider Academy si pone questo obiettivo: utilizzare il cibo della mensa scolastica per attraversare la conoscenza riconoscendogli il valore di bene primario.