Foodinsider ha presentato all’interno della cornice di Terra Madre l’indagine sui menu scolastici pre e post-lockdown. Con il 5° Rating dei menu scolastici è stata pubblicata la classifica dei Comuni che meglio interpretano la qualità del pasto a scuola, abbinando gusto ed equilibrio, tracciando una evoluzione della dieta che mostra alcuni cambiamenti degni di nota.
La presentazione è disponibile insieme alla classifica a questo link.
La mensa post-lockdown è il risultato di una dialettica difficile e di una regolamentazione poco chiara che questa estate ha messo in difficoltà i Comuni nella ridefinizione del servizio in ottemperanza ai vincoli strutturali e sanitari.
E’ stato fatto un grande sforzo per ripartire con il servizio di ristorazione scolastica cercando di mantenere il livello qualitativo di sempre soprattutto da parte di quei Comuni che credono nel valore di questo servizio come cura della salute e come strumento di educazione al gusto.
Uno degli aspetti più critici di questa riorganizzazione è stato l’aver puntato su soluzioni usa e getta (spesso sollecitate dalle aziende sanitarie) che hanno una ricaduta importante in termini di costi e di impatto ambientale. Ma non tutti sono ricorsi a questa soluzione, alcuni hanno investito nell’acquisto di tipologie diverse di stoviglie lavabili a spicchi, o i vassoi pluriporzione, che introduce una nuova modalità di scodellamento del pasto in un’unica soluzione. Qualcuno dice che questa modalità ha dei rischi in termini di consumo, perché i bambini tendono a mangiare prima quello che piace e poi il resto se hanno ancora fame. Aspetto su cui sarebbe interessante approfondire un’analisi da parti di sociologi.
Tra le criticità c’è la semplificazione del pasto che ha perso brodi e minestre a favore di piatti più facili da preparare perché il tempo in cucina si è ridotto ulteriormente dovendo servire prima i pasti in refettorio dove i turni arrivano anche a tre.
Di buono c’è un’inversione di tendenza rispetto al personale: finalmente si torna ad investire nel capitale umano e c’è chi come Rimini si fa un vanto per avere assunto 12 persone in più. C’è chi investe nelle risorse umane e competenza e chi in piatti precotti e macchine polpettatrici, due approcci diversi che rispecchiano due valori distinti che si dà al mangiare a scuola. Tra chi lo considera uno strumento di cura della salute dei bambini e con ricadute sulla salute del territorio e sull’economia locale e chi, invece, lo considera una commodity, un servizio per riempire la pancia dei bambini con sempre lo stesso tipo di piatto: pasta, pizza, hamburger, lasagne e bastoncini..