A Bologna tutto cominciò con una mela!
Nel novembre 2011 una mamma legge un’indagine di Altroconsumo sulla presenza di pesticidi e sostanze dannose nei cibi delle mense scolastiche italiane e scopre che Seribo srl, la società partecipata che gestisce il servizio di refezione scolastica a Bologna (51% Comune di Bologna e 49% Camst ed Elior Ristorazione), non ha dato la sua disponibilità per l’analisi dei prodotti.
L’applicazione della L.R.29/2002
Questa mamma decide di far analizzare privatamente una mela della mensa della figlia e scopre che, il frutto conteneva contemporaneamente 7 residui di pesticidi, tutto regolare per la legge ma non per una mamma. Alcuni genitori cominciano ad organizzarsi e presentano in Comune una petizione di 1700 firme con la richiesta di applicazione della legge Regionale n.29/2002 dell’Emilia-Romagna, che prevede l’impiego di alimenti provenienti da colture biologiche per una percentuale pari al 70% nelle mense scolastiche.
I piatti che si muovono!
L’altro punto molto sentito è quello legato all’utilizzo della plastica. Perché in tutte le scuole comunali di Bologna, dal 2003 al 2014, i bambini hanno sempre utilizzato piatti e bicchieri di plastica producendo un’enorme mole di rifiuti. Ai genitori dell’Osservatorio sembra un pessimo esempio per i bambini, sia per l’educazione alimentare che ambientale, ma la preoccupazione maggiore rimane sempre quella per la salute.
Il Prof. Morando Soffritti, direttore dell’Istituto Ramazzini, invitato a relazionare ad una Commissione conoscitiva in Comune dai genitori, riferisce i risultati della ricerche effettuate sulla pericolosità dei piatti di plastica.
I piatti contengono sostanze come ftalati e bisfenolo A, sostanze altamente tossiche, lo ftalato viene rilasciato lentamente al contatto con tutto ciò che è cibo caldo, oleoso e acido. In seguito L’Istituto Ramazzini pubblica, anche su nostra richiesta, una dettagliata relazione scientifica.
La Commissione Mensa Cittadina
A marzo 2013 avviene il riconoscimento del Regolamento della Commissione Mensa Cittadina. La CMC diventa un tavolo di incontro degli stakeholder della refezione scolastica: 3 rappresentanti dei genitori, l’Assessore all’Istruzione, 3 insegnanti, un Presidente di Quartiere, l’Asl e il gestore del servizio di ristorazione. Tanto lavoro da fare ma le continue e inascoltate richieste dei genitori portano al primo dei due “scioperi del panino”, con cui si chiedono tariffe più basse e la restituzione degli ingenti e ingiustificati guadagni della partecipata Seribo. Infatti alcuni genitori si dedicano a studiare i Bilanci della società e si accorgono che i guadagni sono andati ben oltre ogni ragionevole profitto di settore.
Le Cms
In gran parte delle scuole primarie e dell’infanzia di Bologna si costituiscono le commissioni mensa fatte di genitori, che si occupano di verificare, attraverso gli assaggi, la qualità dei pasti, i menù proposti, gli scarti e la funzionalità del servizio.
Il Credito Etico
Viene presentata una petizione online per il credito etico, con cui si chiede al socio privato la rinuncia degli utili 2014 e 2015, che per l’Osservatorio sarebbero dovuti essere investiti nella costruzione dei 3 nuovi centri pasti promessi, invece soltanto un centro pasti è stato costruito.
Le conquiste
- Parte degli utili 2013 (pari a € 629.000,00) è stata messa a riserva dalla società;
- nell’anno scolastico 2015/2016 le tariffe sono state abbassate;
- in gran parte delle scuole è stata introdotta la lavastoviglie e abbandonati i piatti di plastica;
- le Linee di Indirizzo definite dai genitori sono state inserite nel nuovo capitolato per il nuovo bando di gara.
- gli alimenti di origine biologica impiegati nella mensa raggiungono ora l’80%.
Controlli
Il Comune di Bologna ha scelto ora di privatizzare il servizio e questo obbliga da una parte il Comune a costruire un efficiente quanto efficace servizio di controllo & qualità, e dall’altra costringe i genitori ad un continuo controllo & monitoraggio.
Genitori e impegno comune
Con la collaborazione i genitori sono stati in grado di tessere una vasta rete fatta di Commissioni Mensa presenti nelle scuole primarie e dell’infanzia di Bologna, che si relazionano quotidianamente e lottano perché la ristorazione scolastica provveda “alla tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” (art. 32 della Costituzione).
I genitori uniti possono e devono “alzare la testa” e pretendere dal Comune e dal gestore del servizio che la salute e il benessere dei propri figli prevalga, in una società in cui il profitto sembra l’unico valore.