Sui social c’è un tam tam continuo di informazioni e condivisione di articoli sul tema ‘pasto da casa’ che fanno prevedere un avvio caotico della mensa e molti problemi organizzativi che i presidi si troveranno a dover gestire. Dal punto di vista legale ora il pallino passa al Miur che avrebbe la possibilità di depositare un ricorso in Cassazione entro il 3 novembre e annullare l’esito della sentenza. Ma per ora non si ha notizia di alcuna mossa da parte del Ministero.
Quello che cambia è che, prima della sentenza, chi non voleva la refezione scolastica doveva ritirare il proprio figlio da scuola a fine mattinata e riportarlo dopo l’ora della mensa, ora invece in base alla sentenza di giugno viene riconosciuto il diritto delle famiglie di portare il pasto da casa e di poterlo consumare a scuola.
Di fatto succederà che in alcuni istituti scolastici ci saranno genitori che, vuoi per questioni economiche o la contestata qualità della mensa, si sentiranno in diritto di portare il pasto da casa, e lo faranno, dopo aver formalmente revocato l’iscrizione alla mensa scolastica. Alcuni genitori utilizzeranno il documento (lettera_esonero_mensa) predisposto dall’Avvocato Vecchione, il legale che ha seguito i genitori nelle azioni giudiziarie che hanno portato alla sentenza di giugno, altri, invece, il modulo predisposto appositamente da alcuni Comuni che stanno affrontando la questione, come Torino e Genova.
Mentre il Comune di Torino si é arreso al nuovo scenario che si sta disegnando e sta lavorando con i diversi assessorati alla scuola e alla salute per creare le condizioni nelle scuole per far coesistere mensa e pasto da casa, a Milano il Comune fa quadrato intorno al fornitore del servizio Milano Ristorazione, che possiede al 99%, dichiarando che il diritto riconosciuto dalla Corte di Appello di Torino vale solo per le famiglie torinesi che hanno fatto ricorso. È quanto ha dichiarato Anna Scavuzzo, la vice sindaco e Assessore alla Scuola, ai genitori della Rappresentanza cittadina delle commissioni mensa che, sollecitati da molte famiglie, hanno portato al tavolo di confronto la questione ‘pasto da casa‘ che, se è considerata una ‘grana‘ per tutti i comuni, a Milano lo è di più per il conflitto d’interesse che vede Comune e fornitore del servizio mensa sovrapporsi nella stessa identità.
Milano mutua da Torino lo stesso iniziale approccio difensivo che ha spinto altri genitori a intraprendere nuove iniziative legali in urgenza che hanno dato di nuovo ragione ai genitori, sgretolando l’impianto difensivo dell’Ufficio scolastico del Piemonte. Il rischio di un muro contro muro tra genitori e istituzioni ha poi portato a più miti consigli e ad una apertura che ha indotto la Direzione dell’Ufficio scolastico regionale a cambiare prospettiva e ad accogliere le richieste degli ‘obiettori della mensa‘ nelle strutture scolastiche torinesi. Così mentre a Torino i presidi hanno ricevuto una circolare con qualche disposizione in merito, a Milano i dirigenti scolastici brancolano nel buio e si chiedono cosa dovranno fare di fronte a quei bambini che arriveranno con il panino per pranzo, felici di non dover rifiutare l’ennesimo piatto a base di polpette di merluzzo al sugo, previsto proprio all’avvio della mensa scolastica, in molte scuole.