Quanto sono ‘aggiornate’ le linee guida della ristorazione scolastica? Sono state recepite nei menu delle mense scolastiche le indicazioni dell’OMS? I menu scolastici sono troppo proteici? Perché ci sono i distributori di merendine e bevande a scuola? Nell’Aula Magna dell’Istituto dei Tumori, lo scorso 2 dicembre, il Dr. Franco Berrino, epidemiologo ed esperto di correlazione tra cibo e tumori, ha fatto emergere molti dubbi sulla qualità delle mense scolastiche italiane.
Benché qualche ASL all’avanguardia abbia recepito le indicazioni delle raccomandazioni internazionali (WCRF, Codice Anticancro, ECAC, OMS) la maggior parte dei menu scolastici risultano troppo proteici, pressoché privi di alimenti integrali biologici (pasta, pane, o riso integrali e biologici), scarsi sono gli alimenti ad alto fattore protettivo come i legumi e le verdure, mentre quasi dappertutto presenti sono le carni conservate, salumi in primis. La maggior parte sono menu anacronistici e non mettono al centro la salute dei bambini.
Tutti gli studi sulla prevenzione di tumori e malattie cronico- degenerative consigliano l’assunzione di proteine vegetali come legumi abbinati a cereali e verdura e una riduzione del consumo di carne, eliminando le carni conservate, inserite dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro nel gruppo 1 delle circa 115 sostanze che causano il cancro a pericolosità più alta.
Ma nella lista delle carni pericolose indicate dall’AIRC non ci sono solo le carni lavorate, ma anche le carni rosse, quindi maiale, manzo, vitello, (oltre ad agnello, pecora, cavalli e capre) che sono quelle che troviamo con molta frequenza nei piatti delle mense scolastiche e che invece andrebbero drasticamente diminuite.
Due sono le strade da intraprendere subito: una istituzionale con un adeguamento e aggiornamento delle Linee guida della ristorazione scolastica nazionale e regionali, la seconda è quella di iniziare un percorso serio di educazione alimentare che entri nelle scuole come materia di insegnamento sia teorica che pratica. I bambini devono imparare a conoscere la qualità fisiche, organolettiche e le proprietà dei cibi che poi riconosceranno in mensa, e che quindi gusteranno con consapevolezza.
Solo così si cresceranno persone consapevoli del fatto che la salute passa anche e soprattutto dal cibo e che attraverso la qualità del gusto si può trasformare in piacere.