‘Sta per essere pubblicato il riparto dei 10 milioni di euro per le mense scolastiche che hanno ottenuto il marchio “bio”. E’ quanto ci fa sapere il dott. Giovanni Faedi, pioniere delle mense biologiche in Italia, che di recente ha partecipato come tecnico rappresentante dell’Associazione Nazionale dei Comuni italiani alla concertazione che ha portato alla definizione del decreto che regolamenta le mense biologiche stabilendo un fondo annuo di 10 milioni per contenere il costo dei pasti biologici nella ristorazione scolastica. Il contributo che arriverà alle famiglie sfiora i 90 centesimi a pasto fornito agli alunni nei 48 comuni destinatari del fondo di 10 milioni.
Tra questi 48 comuni, scrive Giovanni Faedi, ‘il 50% del fondo va agli otto comuni dell’Emilia-Romagna che nell’insieme percepiscono 5,2 milioni di euro, distanziando la Toscana con i suoi 1,2 milioni e la Lombardia con 1,1 milione di euro. Intere regioni non presentano neppur un comune con mensa scolastica biologica. Mancano all’appello regioni come il Piemonte, la Campania, la Calabria ed anche la Sicilia che, paradossalmente, è il territorio con la maggiore produzione di alimenti biologici’.
Per poter accedere al fondo era necessario ottenere la qualificazione di mensa scolastica biologica, condizione che ha consentito l’iscrizione nell’apposito elenco dove rientrano quei comuni che utilizzano percentuali minime, in peso, di materie prime di origine biologica, che sono:
- 70% per frutta, ortaggi, legumi, prodotti trasformati di origine vegetale (esclusi succhi di frutta), pane e prodotti da forno, pasta, riso, farine, cereali e derivati, olio extravergine;
- 100% per uova, yogurt e succhi di frutta [che non dovrebbero esserci perché non previsti dalle linee guida della ristorazione scolastica];
- 30% per prodotti lattiero-caseari (escl. yogurt), carne, pesce da acquacoltura.
Se da una parte il contributo a favore delle famiglie, pro-capite, è elevato non si può dire che ciò sia un dato positivo perché è il risultato di un numero limitato di comuni con mense biologiche. Ci si aspettava un numero più significativo di comuni in grado di accedere al bando per favorire un maggior numero di famiglie italiane.
Tuttavia la quantità di biologico è destinata a salire nelle mense scolastiche non tanto per effetto del suddetto decreto che incentiva l’incremento di biologico su base volontaria, ma con i nuovi CAM (criteri ambientali minimi) che emanerà a breve il Ministero dell’Ambiente, obbligando i gestori delle mense a prevedere percentuali di tutto rispetto, che alcuni comuni hanno già, mentre altri, ad oggi, si sognano.