Dietro ad una buona mensa non c’è solo ma bravo cuoco e una nutrizionista competente, ma anche una cultura e una sensibilità sociale che parte da precise scelte politiche. A Fano è così sin dal 1991, da quando è nato il progetto ‘la città dei bambini e delle bambine’, un programma di governo della città che mette il bambino al centro delle scelte politiche. L’idea di fondo è che se ‘un Comune è a misura di bambino è a misura di tutta la cittadinanza’, come dichiara il Sindaco Massimo Seri, che abbiamo intervistato. ‘La città dei bambini è qualcosa che è trasversale a tanti temi infatti il progetto tocca più fronti e molteplici azioni integrate arrivando a permeare tutti gli ambiti di sviluppo e di gestione di un contesto cittadino’ . Quest’anno il progetto compie trent’anni durante i quali sono state realizzate tante iniziative che hanno portato Fano ad essere un modello nel mondo con una rete di città a livello internazionale che attingono dall’esempio di questa politica che nasce con i bambini.
LA STORIA: IL PRIMO CONSIGLIO DEI BAMBINI
Con una specifica delibera della giunta nel 1992 viene istituito il Consiglio dei bambini, attraverso il quale una trentina di bambini delle classi quarte e quinte propongono all’Amministrazione Comunale una serie di iniziative a misura di bambino. Un’iniziativa che risponde all’Articolo 12 della convenzione ONU sui diritti dell’infanzia:
“Gli Stati garantiscono al fanciullo capace di discernimento il diritto di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa, le opinioni del fanciullo essendo debitamente prese in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità.” Questo significa che chi Amministra e deve decidere in merito ad aspetti che riguardano i bambini sono tenuti a consultarli e a tener conto delle loro opinioni. Da qui il seme di una politica che è partita da una trasformazione culturale della città che si è espressa con una riqualificazione urbana degli spazi, dei servizi fino ad arrivare al cibo e alla ristorazione scolastica.
QUARTIERE A MISURA DI BAMBINO
Il quartiere a misura di bambino è stato il primo progetto pilota attraverso il quale sperimentare una politica di partecipazione con i bambini. Prima una consultazione nelle scuole per raccogliere le proposte dei bambini su come avrebbero voluto vivere il loro quartiere, il S. Orso, poi il coinvolgimento delle famiglie, delle associazioni del territorio e, infine, di professionisti che hanno ridisegnato il quartiere proprio in funzione delle proposte dei bambini. Da queste idee sono nate le aree gioco, il percorso salute, le piste ciclabili, per poi arrivare allo skatepark, costruito
attraversato più tappe nel segno dell’ascolto e della partecipazione, che è diventato il punto di ritrovo degli skater fanesi e pesaresi.
A SCUOLA CI ANDIAMO DA SOLI
‘A scuola ci andiamo da soli’ è un altro dei progetti integrati e partecipati della città di Fano che punta a responsabilizzare i bambini portandoli alla conoscenza dell’ambiente urbano e del proprio quartiere attraverso l’osservazione e l’orientamento. Un’altra idea che parte dal coinvolgimento di più attori, la scuola, le famiglie, la città, una comunità che insieme educata le nuove generazioni a guardare al proprio quartiere e a maturare un senso di appartenenza al loro ambiente di vita quotidiana. In questo modo si favorisce l’autonomia, ma anche la fiducia e quindi l’autostima e il senso di responsabilità dei bambini. La mobilità sostenibile diventa realtà proprio a partire dai bambini e si realizza coagulando la comunità locale intorno ad obiettivi comuni.
RISTORANTE A MISURA DI BAMBINO
Portare i bambini al ristorante è un’impresa se non ci sono elementi di attrazione. Per questo il Consiglio dei bambini ha espresso il desiderio di: “… modificare camerieri, menù, mettere giochi e divertimenti ” Ecco quindi la soluzione: una rete di ristoranti che rispondono a 4 requisiti per rendere più attrattivi i ristoranti per i piccoli:
- Un menù a misura di bambino, che non sia sempre hamburger o cotoletta e patatine fritte ma anche lasagne, carne o verdura o pesce, magari sotto forma di polpettine per farlo piacere a tutti i bambini con cibo sano, biologico e/o a km zero
- I camerieri gentili con i bambini educati
- Delle attività creative da fare nell’attesa del cibo o quando hai finito di mangiare
- Avere uno spazio dedicato solo ai bambini
Hamburger e patatine non sono più un’attrattiva per i bambini che chiedono più varietà oltre che spazi dove giocare. L’obiettivo per il Sindaco Seri è quello di portare i ristoranti anche a creare spazi per laboratori di cucina per i bambini per impegnarli in attività educative oltre che ludiche.
EDUCARE AL SENSO CIVICO SIN DA PICCOLI
‘Questa trasformazione culturale e urbana porta il tessuto sociale a rigenerarsi, i bambini ad acquisire senso di appartenenza e la città intera ad appassionarsi a se stessa, con conseguente incremento del senso civico e di cura del bene comune, a partire dai più piccoli’. Afferma il Sindaco Massimo Seri che questo progetto lo sta seguendo da diversi anni essendo al suo secondo mandato. ‘Non è un caso che molti di quei bambini che hanno partecipato al primo consiglio dei bambini nel 1992 oggi rivestono ruoli di responsabilità politica all’interno della Regione, aspetto che sarà oggetto di studio del CNR.
LA MENSA SCOLASTICA ESPRESSIONE DELLA CULTURA DEL TERRITORIO
In questo contesto culturale la ristorazione scolastica di Fano è un tassello di una politica che punta al benessere, alla salute e alla qualità dell’ambiente, con alimenti del territorio, biologico, pesce fresco dell’Adriatico combinati perfettamente all’interno di una dieta equilibrata. Il nostro Osservatorio, che esprime la sua sintesi con la classifica dei menu, trova una perfetta coincidenza tra la qualità del servizio mensa e la cultura del territorio, di cui Fano, primo nel nostro rating di quest’anno, è un esempio concreto. Là dove c’è un dialogo con la comunità, una cultura del benessere e un legame con il cibo di qualità del territorio, c’è sempre una buona mensa. Questo non solo significa più salute, ma anche meno conflittualità sociale e, di conseguenza, un maggiore consenso a livello politico.