E’ stata presentata il 1 giugno 2022 presso la sala stampa della Camera dei Deputati l’indagine relativa al 7° Rating menu 2021/22 , e dal 5 dicembre è disponibile il relativo Report.
Nella conferenza di presentazione del 7° Rating dei menu scolastici sono intervenuti l’ On. Rossella Muroni Vice Presidente della commissione ambiente della Camera e Claudia Paltrinieri Presidente dell’Associazione Foodinsider che ha esposto i dati dell’indagine. Francesca Rocchi, Vice-Presidente di Foodinsider ha coordinato gli interventi.
IL PANEL
Il panel si compone di 55 menu invernale delle scuole primarie che rappresenta circa il 30% del servizio di ristorazione scolastica prendendo a campione Comuni del nord, centro e sud Italia, considerando che nel sud Italia la refezione scolastica è molto meno diffusa.
NOVITA’ DEL PANEL
Quest’anno sono stati aggiunti due Comuni in più: Ascoli Piceno e Rieti, e affiancata l’analisi di un campione di menu scolastici dei convitti che coprono circa l’80% dell’apporto nutrizionale dei ragazzi nell’arco della settimana e quindi il rischio di avere menu non equilibrati ha un diretto impatto sulla loro salute.
COSA INDAGA IL RATING
L’indagine mette in luce l’equilibrio della dieta, la qualità del cibo e l’impatto del servizio sull’ambiente e la trasparenza dei menu
I MENU CHE FANNO UN SALTO DI QUALITA’
Quest’anno la classifica dei menu registra dei miglioramenti che riguardano il 42% dei menu dei Comuni del panel, ma 3 di questi hanno fatto una crescita importante. Il primo è Aosta che lo scorso anno era in fondo alla classifica con un menu ‘standard’ a base di bastoncini, tonno, nudget di pesce, pasta e riso in bianco o al pomodoro, pizza, mentre quest’anno il menu ha riequilibrato i nutrienti puntando alla biodiversità degli alimenti e questo grazie ad una presa di consapevolezza dell’assessore di riferimento che si era studiato i criteri d’indagine di Foodinsider riconoscendo le criticità della dieta di Aosta e avviando un processo di cambiamento molto significativo.
Anche ROMA che con la nuova gara ha fatto un salto di qualità conquistando 12 posti nella classifica, correggendo delle criticità nella dieta, riequilibrando alcuni nutrienti, puntando al biologico adeguando le percentuali alle indicazioni dei CAM e promuovendo l’acquisto delle derrate entro un raggio di 300 km. E’ stata inserita la spremuta nelle merende di metà mattina e si mantengono 5 varietà di pesce, tra cui la spigola che viene proposta fresca, confermando la capacità di elaborare ricette attraverso le cucine che a Roma sono più di 400.
Terzo menu che fa un salto di qualità è quello di Lecce che interpreta perfettamente il valore della dieta mediterranea e lo fa attraverso i piatti della gastronomia locale. Chi redige i menu scolastici è il settore nutrizione del SIAN (il Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione) che nella provincia di Legge svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella lotta contro l’obesità infantile che in questo territorio ha dei tassi superiori alla media nazionale. La scelta del SIAN è quella di privilegiare piatti e alimenti locali che appartengono alla tradizione gastronomica del territorio. Il risultato è un menu non solo equilibrato, ma con un grande potere antinfiammatorio che riscopre piatti come ciceri e tria, orecchiette con le cime di rape, i pizzi, le schiacciatine di legumi o di verdura, e vede anche l’inserimento e il recupero della patata dolce di cui Lecce è uno dei tre presidi a livello nazionale dopo l’Agropontino e il Veneto. Inserire la patata dolce nel menu scolastico è un modo per rilanciarla ed evitare che scompaia dai consumi e dalle produzioni locali.
COMUNICATO STAMPA: PUBBLICAZIONE REPORT 7° RATING 2021/22
Report 7° rating dei menù scolastici dell’Osservatorio Foodinsider
Con i CAM, i Criteri Ambientali Minimi, la mensa diventa un’occasione di sviluppo per tutti: per le comunità, i territori, i Comuni e le aziende, insieme per una conversione ecologica che passa dal cibo a scuola.
Migliorano nel complesso almeno il 42% dei menù, mentre peggiora il dato sul consumo del pasto: secondo il 47% degli insegnanti che hanno risposto al sondaggio (l’anno scorso era il 38%), dichiarano che i bambini mangiano meno della metà del pasto. Si tratta di un dato che potrebbe migliorare se i Comuni applicassero i Criteri Ambientali Minimi (CAM), che tra le varie disposizioni chiedono di calcolare e monitorare le eccedenze alimentari, sottoporre questionari di gradimento agli utenti e avviare correttivi, ad esempio variando le ricette dei menù che non dovessero risultare gradite.
Questa in sintesi la situazione che emerge dal report del 7° rating dei menù scolastici pubblicato da Foodinsider, che raccoglie i dati dell’indagine che ogni anno monitora lo stato della mensa scolastica, conducendo anche un questionario di gradimento nelle mense di molte città d’Italia. I dati dell’indagine si riferiscono all’anno scolastico 2021/22.
Il report dimostra il forte impatto positivo dell’applicazione dei CAM sia per la qualità dei menù che per il loro impatto ambientale: le Amministrazioni e le Aziende che applicano i criteri hanno eliminato quasi del tutto il cibo processato; ridotto le monoporzioni di plastica (yogurt e budini o formaggio monodose) e le carni rosse; introdotto alimenti più sostenibili e, soprattutto, aumentato il biologico, cercando di privilegiare i fornitori locali.
Lo scorso anno si era già notato l’”effetto CAM” sulla mensa di Bologna, passata da 100 punti a 140 (+40 punti), ma quest’anno è ancora più evidente nei Comuni che sappiamo avere fatto nuove gare d’appalto, come Roma (+ 42 punti), Bergamo (+31) Lecce (+26) Bolzano (+24) Firenze (+15), applicando nella disciplina di gara le regole dei Criteri Ambientali Minimi.
“I menù migliorano, ma aumenta il divario tra i menù migliori rispetto ai peggiori. Parma e Fano sono entrambe al primo posto e Reggio Calabria è fanalino di coda nella classifica dei menù con più di 150 punti di scarto e non è un caso. Parma si trova nella culla della Food Valley, Fano è conosciuta in tutto il mondo come ‘la città dei bambini’ e Cremona, al secondo posto, è la città dove è nata la prima mensa scolastica italiana”, spiega CP…. “Dove la mensa ha una radice storica e risente di una cultura del cibo il pasto a scuola è di alto profilo; dove invece la mensa non appartiene alla tradizione alimentare e scolastica di un territorio (la Regione Calabria è una delle 5 regioni dove la ristorazione scolastica è un servizio per pochi con una percentuale di alunni che va dal 20 al 37% massimo) è difficile trovare un menù di qualità”, conclude P.
In sintesi il report raccoglie informazioni che rispecchiano tre tipi di mense scolastiche che hanno obiettivi distinti: la mensa che punta a saziare la fame dei bambini che si ritrova in menù ‘standard’ che privilegiano cibo processato, pronto all’uso a base di pizza, pasta in bianco, bastoncini di pesce, prosciutto, hamburger e budino, senza alcun alimento né ricetta che attinge dalla produzione o dalla cultura del territorio; la mensa che mira a nutrire il corpo e la mente delle bambine e dei bambini con menù che mostrano un buon equilibrio delle diverse fonti proteiche e una varietà degli alimenti biologici con i quali si esprime un approccio attento verso la salute e l’educazione; la mensa che nutre la comunità che si realizza connettendo il cibo offerto a scuola con le produzioni locali che vengono convertite in colture sostenibili per rispondere al bisogno di salute dei bambini e dell’ambiente. Quest’ultimo tipo di mensa scolastica, che troviamo al nono posto della classifica con il caso di Sesto Fiorentino, rappresenta un esempio concreto di come la ristorazione scolastica possa diventare “un buon affare” per tutti gli attori della comunità: bambini, comuni, famiglie e imprenditori.
Il caso di Sesto Fiorentino mostra come potrebbero diventare tutte le mense scolastiche, applicando i Criteri Ambientali Minimi che qui sono stati adottati, non per legge ma per scelta del management, a partire dal 2017.
Con più di 2 milioni di pasto al giorno le mense di comunità della scuola pubblica devono divenire un elemento importante della nostra Nazione perché nutrono le future generazioni e possono avere un grande impulso per il nostro settore dell’Agrifood. Da questo anno il Report sarà inviato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nei suoi interventi è sempre molto attento all’infanzia e al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni perché guidando il Governo potrà trovare elementi utili per il suo lavoro e non da ultimo anche perché come genitore sa quanto la questione delle mense è centrale.
I Comuni che si sono posizionati nella Top ten della classifica e i Comuni che hanno menù che meritano una menzione saranno premiati il 2 febbraio 2023 in occasione di un Summit sulla mensa scolastica che Foodinsider organizzerà nella Protomoteca di Roma.
Milano, 5/12/2022