‘La figura delle commissioni mensa è molto importante nella nostra scuola per l’azione di controllo che svolge e per le iniziative di educazione alimentare che si affiancano all’attività didattica coinvolgendo le famiglie sul territorio’. Ecco cosa dichiara il Preside dell’Istituto Comprensivo Giusti D’Assisi di Milano. ‘Il legame di reciproco rispetto e di confronto aperto che si è costruito negli anni tra le commissioni mensa, la direzione scolastica e il personale del servizio di ristorazione scolastica ci permette di realizzare dei progetti insieme, pur mantenendo distinto il proprio ruolo istituzionale. Per questo la commissione mensa nella nostra realtà è un valore aggiunto per la scuola‘.
Purtroppo non dappertutto è così. Nel centro e sud Italia dove le commissioni mensa non sono così radicate nel tempo, sono spesso percepite come un’invasione di campo’ da parte dei dirigenti scolastici e un fastidio per le Amministrazioni comunali che in qualche caso fanno ostruzionismo ai commissari mensa per ostacolarne le ispezioni. A Venezia i comitati mensa non possono accedere ai centri cottura prima delle 8.30, quando, di fatto, il cibo del giorno è già cucinato e in gran parte già nei contenitori. Il comune e le ditte si fanno forti delle linee guida dell’Ulss che suggeriscono di non andare prima delle 8.30 per non intralciare il lavoro del personale. Si tratta di un suggerimento, non un regolamento ma di fatto permette di limitare l’attività dei comitati mensa e impedisce di verificare il pasto nella sua fase produttiva. Sono queste le segnalazioni che ci arrivano, soprattutto da Perugia, dove è il Comune che limita l’azione dei genitori autorizzando una sola ispezione alla settimana, ma anche a Napoli dove l’Amministrazione non riconosce più di 3 commissari mensa in ogni scuola. Nel capoluogo campano solo da quest’anno è stato approvato il regolamento delle commissioni mensa, mentre nei Comuni limitrofi gli amministratori non lo hanno ancora fatto, pur sapendo che le commissioni mensa sono un organo istituzionale riconosciuto a livello nazionale dalle linee guida della ristorazione scolastica e pertanto ha il diritto di svolgere le attività di monitoraggio e sorveglianza all’interno delle proprie scuole di riferimento. In assenza di indicazioni comunali, le commissioni mensa si autoregolano o mutuano regolamenti dei comuni vicini, ma per fortuna, non stanno ad attendere i tempi della politica
La storia, e la realtà di oggi, insegnano che intorno alla qualità o meno della refezione scolastica, che tocca la salute e l’educazione dei bambini, ma anche la serenità delle famiglie si può rompere o costruire il rapporto di fiducia tra cittadini e amministratori comunali. Auspicabile che nelle politiche sociali dei Comuni se ne tenga conto, con una prospettiva che vada oltre ai meri aspetti di budget ma rientri in una vision che miri a crescere cittadini del futuro.