Si legge in un battibaleno il bel libro di Laura Bruzzaniti Non aprite quella pappa! pubblicato da Altreconomia Edizioni. L’autrice ha pensato di scriverlo tra la nascita di un figlio e la fase dello svezzamento quando un genitore inizia a rendersi conto di aver messo al mondo non solo un bambino ma anche un nuovo piccolo consumatore. Non aprite quella pappa! è pieno di notizie e utili consigli per muoversi nell’universo del baby food ma soprattutto è un bel manuale di autodifesa contro la pretesa delle “dieci sorelle”, le multinazionali del cibo, di alimentarci secondo i loro profittevoli criteri.
Ecco un assaggio estratto del quarto capitolo.
Perché il cibo industriale non è adatto ai bambini
I singoli prodotti possono essere molto diversi, anche all’interno della stessa categoria di alimenti: la loro salubrità varia da marchio a marchio. Per scegliere sugli scaffali il prodotto più sano è necessario imparare a leggere bene le etichette. Ma scopriamo perché il cibo industriale è incompatibile con una dieta sana per i vostri bambini.
Il cibo industriale è una merce. In generale, il cibo industriale prima di essere un alimento è un prodotto e assolve al suo compito che non è quello di assicurare una dieta sana ai bambini, ma un alto fatturato all’azienda che lo produce. Il cibo industriale quindi è fatto per guadagnare: perciò in alcuni casi le materie prime sono le meno costose o le meno pregiate: carne separata meccanicamente invece di carne “vera”, uova in polvere invece di uova fresche, latte in polvere invece di latte fresco, olio di palma invece di olio di oliva.
Il cibo industriale è fatto per piacere. L’industria alimentare non dà ai bambini quello che gli fa bene, ma quello che risponde al loro gusto e che vorranno comprare di nuovo; per questo i cibi industriali sono molto zuccherati, contengono molto sale e molti aromi per esaltare la sapidità e il gusto; devono anche essere belli a vedersi e avere la giusta consistenza e per questo si usano coloranti, emulsionanti, addensanti, sali di fusione.
Il cibo industriale influisce sull’educazione al gusto. Se vogliamo che i bambini abbiano una dieta varia, che mangino di tutto, dobbiamo “educarne” il palato. Ma il cibo industriale può ostacolare l’educazione al gusto: assaggiando cibi molto zuccherati, salati e aromatizzati il bambino si abitua a sapori esaltati. Anche la consistenza del cibo industriale per bambini tende ad evitare i contrasti. Pensiamo agli omogeneizzati: se mangia una mela, manzo o nasello, il bambino fa esperienza della stessa consistenza. (…).
Alessandro Gaeta
Giornalista Inviato Speciale presso la Rai