Si è appena conclusa la Green Food Week, l’iniziativa che Foodinsider promuove da 2 anni con l’obiettivo di valorizzare e diffondere un’alimentazione sostenibile, e già possiamo fare un primo bilancio. Abbiamo raggiunto circa 200 adesioni che rappresentano oltre 500.000 pasti green e 22 enti che gestiscono le mense universitarie. Le Marche hanno avuto il maggior numero di Comuni coinvolti nell’iniziativa che nasce, in origine, proprio da questa regione.
Possiamo dire, a posteriori dell’evento, che in molti Comuni che hanno condiviso il senso di questa settimana, la Green Food Week è stata una festa. Sono stati proposti piatti a base di legumi, verdure, miglio, privilegiando la filiera corta, il km0 e soprattutto il biologico locale. Dove c’è stata un’attività di preparazione alla Green Food Week l’evento ha funzionato: cuochi che hanno testato prima i piatti da proporre e insegnanti che hanno preventivamente condiviso i valori che sottintendono la settimana green con i bambini.
Quest’anno uno dei focus era la partecipazione con il coinvolgimento dei bambini in attività laboratoriali attraverso un kit didattico che gli insegnanti hanno potuto utilizzare in classe per approfondire la conoscenza dei legumi e ridurre il pregiudizio verso questi alimenti. Il kit didattico è stato elaborato e condiviso grazie alla disponibilità e professionalità di Federica Buglioni, esperta di educazione alimentare e membro del comitato scientifico di Foodinsider.
Dalle foto e testimonianze che abbiamo ricevuto da parte di chi ha aderito alla Green Food Week sembra che ci sia stato apprezzamento oltre che il coinvolgimento dei bambini. A Monteriggioni, per esempio, la dietista, Fulvia Bracali, che ha promosso l’iniziativa in più Comuni della cintura senese, ci scrive che: ‘L’intervento nelle classi è stato davvero carino, e insegnanti e bambini si sono dimostrati curiosi, attenti e disposti, poi anche in refettorio, a provare i piatti nuovi per una buona causa. Questo la dice lunga sull’importanza di interventi di educazione alimentare e forse sulla necessità di investire anche in questo senso.’
A Genova il Comune ci ha inviato numerose foto informandoci che l’iniziativa ha coinvolto la quasi totalità degli asili nido e alcune scuole infanzia dove è stato proposto ‘il miglio nella minestra di verdura e un menu completamente green, caratterizzato da un prodotto locale “farinata di ceci biologica” per la scuola primaria “Due Giugno”.’ Sono state organizzate anche alcune delle attività laboratoriali proposte nel kit didattico di Foodinsider come quella di far germogliare piantine di legumi, descritti dai bambini come ‘il cibo del futuro’.
‘La vera sfida’, sottolinea la responsabile della mensa del Comune di Genova ‘è quella di poter incentivare il consumo di preparazioni gastronomiche che pur cucinate molto bene e supportate da un’attività di educazione alimentare non accolgono sempre il gradimento degli utenti.’. Una riflessione che condividiamo perché sappiamo, infatti, che non tutti i nuovi piatti hanno avuto ovunque lo stesso grado di accettazione. Ma è anche vero che arrendersi alla pasta in bianco, che sappiamo essere la più gradita dei bambini, non è la strada da perseguire se vogliamo andare nella direzione della salute e della sostenibilità. Sperimentare, educare, testare nuove ricette e perseverare nel proporre nuove consistenze, colori e sapori vuol dire esporre i bambini alla vita, avere il coraggio di far maturare il gusto di fronte ad una ampio ventaglio di esperienze alimentari. La Green Food Week vuole essere solo un piccolo esperimento che introduce piatti sani e sostenibili ma che dovrebbe essere parte di un percorso più ampio da fare in maniera continuativa in mensa con il supporto delle dietiste, dei cuochi, degli insegnanti e dei genitori. Rendere giocoso il cambiamento aiuta ad accettarne i valori e, in questo caso, i piatti, in una logica partecipata.
Continuiamo nel resoconto e passiamo al piccolo Comune di Faedis dove la mensa scolastica è gestita dall’associazione dei genitori grazie ad una convenzione fatta dall’Amministrazione.
Da questo Comune ci fanno sapere che la Green Food Week ‘è stato un successone’ e che i bambini piccoli hanno fatto attività del kit didattico a scuola. Il menù è stato particolarmente gradito nonostante l’audacia della cuoca che ha proposto un riso viola, un burger vegetariano, verdure crude di contorno e una torta di carote. In questa realtà si è vista la partecipazione dei piccoli consumatori che sono stati coinvolti dalle maestre con un questionario di gradimento per registrare il grado di accettazione dei nuovi piatti.
Un ruolo importante nel coinvolgimento delle mense scolastiche lo hanno avuto alcune aziende di ristorazione collettiva che si sono rese disponibili a diffondere le iniziative nelle realtà dove operano. Le più attive sono state CAMST che da sola ha rappresentato quasi un quinto dei pasti ‘green’, poi Dussmann, Elior, Risto3, Compass-group, ma anche a livello più locale hanno partecipato in maniera attiva Qualità & Servizi, Siaf, Matilde Ristorazione, Cooperativa Cosmos, Cooperativa Isola, Cimas Ristorazione. Un’occasione importante anche per le aziende di ristorazione per uscire dalla consuetudine dei soliti piatti e testare nuove ricette che, se ben riuscite, come ci fanno sapere dal coinvolgimento dei bambini nella valutazione dei piatti, potrebbero entrare a regime nei menù scolastici.
I resoconti, i dati delle adesioni e le foto che raccoglieremo in una library e metteremo online hanno dato slancio ed energia a tutti noi che abbiamo lavorato a questa iniziativa e a tutti coloro che si sono attivati per realizzarla all’interno del proprio contesto. Siamo consapevoli che in alcune realtà la Green Food Week probabilmente è stata solo un’occasione per fare green whashing, ma noi speriamo almeno di aver contribuito a diffondere alcuni valori e con essi aver incuriosito, fatto sperimentare nuovi sapori, consistenze e colori associati al rispetto e cura dell’ambiente, con una iniziativa collettiva che ci fa sentire uniti e più forti nel combattere gli effetti dei cambiamenti climatici di cui il sistema alimentare è responsabile per circa un quarto delle emissioni di gas serra nell’atmosfera. Speriamo di avere lanciato un seme che possa germogliare in ciascuna realtà e portare a stili alimentari più sani e a minore impatto ambientale, perché è dalle scuole che possono nascere iniziative collettive, come è stato per la raccolta differenziata, che ora è una pratica diffusa in ogni Comune.