Emilio Casalini è un giornalista della Rai, che è stato un reporter in situazioni di guerra molto complesse: Kosovo, Jugoslavia, Congo. Ha realizzato inchieste sul traffico dei rifiuti, è stato giornalista di Report e nell’ultimo periodo si sta concentrando sulla bellezza con il programma televisivo Generazione bellezza . Foodinsider ha scelto di ispirarsi a questa trasmissione per parlare di Ristorazione bellezza un format che ha visto la sua prima realizzazione con un evento a Siena organizzato da Foodinsider insieme alla Fondazione MPS, Anci Toscana e la Rete delle Politiche Locali del Cibo. In questa occasione Emilio Casalini è intervenuto per condividere la sua visione e idea di mensa. Di seguito il suo intervento introdotto da una domanda di Fiorino Iantorno: ‘abbiamo chiamato questa iniziativa Ristorazione bellezza: sei rimasto sorpreso o ci vedi un nesso?’
Emilio Casalini: Buongiorno a tutti, è un onore, una gioia, un piacere! Trovo che ci sia un’assonanza perfetta con Generazione bellezza, e volevo affrontare da tempo il tema della mensa, perché non la conosco.
L’anno scorso ho avuto il privilegio di partecipare alla Biennale di architettura di Venezia come espositore e mi sono trovato a parlare di connessioni sui territori. È facile notarle nei centri storici, come a Siena, dove si vede facilmente il legame tra arte, cultura e turismo, ma come si fa ad arrivare alla narrazione di un cibo, una memoria o una tradizione in una periferia o in un comune lontano? La risposta, secondo me, riguarda la mensa, il portale per arrivare a milioni di persone. Io quindi vi ringrazio perché mi avete dato la possibilità di entrare in un mondo che mi affascina e che ritengo di importanza strategica, di cui conosco poco e che, invece, da quando sono stato contattato, ho cominciato a studiare e di cui spero di potermi occupare presto.
Quelle che raccontiamo nel programma Generazione bellezza sono storie di persone che seguono un sogno e vanno avanti per la propria strada, tracciando un sentiero nuovo, anche quando si sentono ripetere ‘ma cosa cosa stai facendo, non funziona, sei pazzo, non ce la farai mai!’. Queste sono storie che hanno un impatto sul territorio, proprio come le vostre di Ristorazione bellezza: storie che impattano sugli altri e che accrescono la consapevolezza del valore di quello che abbiamo intorno.
L’argomento della mensa è minoritario ma fantastico, perché coinvolge milioni di persone, a partire dai nostri figli. Non solo a scuola: esistono anche le mense del lavoro, e posso parlare di quella che ho frequentato io per anni, la mensa RAI. Solo a Roma ce ne sono cinque o sei, dove per tutto l’anno si nutrono i dipendenti della più grande azienda culturale italiana. Eppure, a nessuno interessa raccontare che cibo c’è, da dove viene, chi l’ha prodotto. Zero. Un peccato, e mi domando perché non usiamo quel momento in cui ci nutriamo per accrescere la consapevolezza del valore di noi stessi e di quello che ci circonda.
Noi oggi lavoriamo sempre per cluster chiusi: turismo, cultura, architettura, agricoltura, archeologia vanno tutte per la propria strada, ed è un dramma perché in realtà è tutto connesso. Ci spaventa la complessità, per questo non affrontiamo il tema della visione integrata e delle connessioni. Dovremmo avere un po’ più di coraggio, come state facendo voi. Le storie che oggi ascolteremo insieme sono legami tra il mondo dell’agricoltura, della crescita personale e anche del capire quanto valore ha tutelare quello che abbiamo, insieme a una parte di narrazione.
Io credo che sia straordinario quello che state facendo. Questo è un periodo certamente difficile, perché la pandemia ci ha schiacciati, ma anche molto bello e interessante, perché ci ha fatto anche riscoprire tante priorità, la prima delle quali è che al centro di tutto c’è la comunità: questo è strategico oggi.
Il bando del PNRR ha messo al centro le comunità. Se riuscissimo a mettere al centro le comunità anche nelle zone marginali, che sono le periferie, le cinture urbane, i comuni lontani dai meccanismi che funzionano, potremmo davvero migliorare la nostra vita, anche attraverso lo straordinario tassello della mensa, soprattutto considerando i milioni di pasti che vengono serviti ogni giorno.
Concludo ringraziandovi di avermi coinvolto. Sono attentissimo a quello che succede, curioso, vorace di conoscere, entusiasta di stare anch’io, nel mio piccolo, assieme a voi. Grazie mille.