Il Covid19 sta portando la scuola a ricoprirsi di rifiuti: tra mascherine, piatti usa e getta, ora anche la questione dell’acqua in mensa apre le porte alle bottigliette di plastica. Tre sono le opzioni possibili: la brocca servita da un adulto opportunamente attrezzato ( mascherina e gel per le mani), o la borraccia o la bottiglietta di plastica. Quest’ultima sembra essere la soluzione più facile dal punto di vista organizzativo, a volte persino sollecitata dalle aziende sanitarie, ma la più costosa per le casse dei Comuni e soprattutto per l’ambiente. Dopo aver ricevuto diverse sollecitazioni sul tema dell’acqua in mensa abbiamo deciso di chiedere alla dott.ssa Emilia Guberti che coordina il gruppo di lavoro nazionale ‘Alimenti e Nutrizione’ della Società Italiana di Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (SItI) e che ha un’esperienza ultra-ventennale nell’ambito della Ristorazione scolastica in veste di direttore del Servizio igiene Alimenti e Nutrizione dell’ASL di Bologna. A lei abbiamo chiesto quale sia la soluzione migliore per servire l’acqua ai bambini durante il consumo del pasto a scuola.