La mensa scolastica non riempie solo le pance dei bambini ma alimenta la conoscenza e la solidarietà. Un esempio di ‘mensa inclusiva’ lo si trova nella Piana fiorentina dove il 13 febbraio verrà servito un menu cinese a base di riso cantonese, pollo alle mandorle e verdure saltate nella wok. Un modo per dimostrare solidarietà e dialogo con la comunità cinese e sciogliere quei pregiudizi di cui i bambini rischiano di essere vittima. L’iniziativa è promossa dall’azienda pubblica Qualità & Servizi che in Toscana eroga il servizio mensa per i quattro comuni di Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Signa e Calenzano.
Più al nord, a Bergamo, troviamo un’altro esempio d’inclusione che dura tutto l’anno scolastico e si esprime attraverso il pane offerto in mensa. Non un pane qualsiasi, ma il pane prodotto dalla pasticceria del carcere di Bergamo. Si chiama “Forno al fresco” il progetto che coinvolge i detenuti e li trasforma in fornai per i bambini della scuola. Il pane viene servito a rotazione una volta alla settimana in ciascuna delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado che hanno la mensa. Un progetto da cui è scaturita una corrispondenza scritta tra alcune classi della scuola primaria Calvino e le persone carcerate, che è diventata anche oggetto del laboratorio di scrittura della casa circondariale di Bergamo, legato alla redazione della rivista SPAZIO scritta da detenuti del carcere.
A Reggio Emilia, invece, l’attenzione della mensa è rivolta ai bambini con ‘bisogni comunicativi complessi’ a cui è rivolto il progetto ‘mensa più facile’ che permette di avere un menu in simboli comprensibile anche a coloro che hanno gravi difficoltà linguistiche.
In un periodo storico dove in Italia si alimenta di paure e pregiudizi, il mangiare a scuola diventa un’opportunità d’inclusione e di dialogo che insegna ai bambini il valore della fratellanza e della solidarietà attraverso il cibo. Un’occasione da non perdere.