L’evoluzione dei tempi rende le parole inadeguate o insufficienti a rappresentare il significato delle realtà attuali. Il termine ‘mensa‘, per esempio, dopo la sentenza della Corte d’Appello di Torino del 16 giugno 2016, e della circolare del Miur del 3 marzo di quest’anno rappresenta, più che il servizio di refezione scolastica a pagamento, uno spazio dove si consuma il pasto, sia quello servito dal fornitore, che quello portato da casa. In questo senso l’accezione ‘commissari mensa’ potrebbe ancora rappresentare quei genitori che fanno ispezioni durante il consumo del pasto nel refettorio e che non solo verificano che il menu servito sia conforme al capitolato, ma allargano il proprio orizzonte per guardare anche i bambini con il pasto da casa. Cosa potrebbe voler dire a livello pratico? Prendiamo, ad esempio, Torino dove quasi un quarto dei bambini delle elementari mangiano il pasto da casa, in uno spazio mensa dove convivono i bambini serviti dalle scodellatrici e quelli con il ‘baracchino’. In questo contesto i ‘commissari mensa’ dovranno, per forza, essere sia genitori di bambini utenti del servizio di ristorazione scolastica, che mamme e papà degli alunni con il pasto da casa. Tutti potranno verificare che le condizioni del consumo del pasto siano adeguate, così come controllare che ai bambini con il pasto da casa sia garantita l’acqua dei rubinetti, che abbiano un cestino dove buttare i loro avanzi, che sia riservato uno spazio idoneo all’interno della mensa e, soprattutto, non ci siano discriminazioni di nessun tipo.
Cambieranno, quindi, le regole che disciplinano le commissioni mensa per permettere anche i genitori dei bambini con il pasto da casa di accedere in mensa e fare ispezioni. L’obiettivo rimane quello di tutelare la salute e il benessere di tutti i bambini e, soprattutto, mantenere quello spirito d’inclusione che da sempre connota la nostra scuola.
Ma l’accezione ‘commissione mensa‘ forse non basterà più, perché, in questo contesto, diventa sempre più importante fare un salto di qualità e sviluppare quella competenza che nelle linee d’indirizzo della ristorazione scolastica sembra sia quasi marginale nel definire il commissario mensa ‘un interlocutore nei diversi progetti/iniziative di educazione alimentare nella scuola‘. In realtà è proprio questo ruolo di promotore di uno stile alimentare sano che dovrebbe svilupparsi e diventare sempre più dominante nelle competenze dei genitori volontari. Diventare ‘commissioni alimentazione’ vorrebbe dire collaborare a più stretto contatto con il corpo docente per introdurre nella scuola iniziative di educazione sia alimentare che culinaria per insegnare a bambini e genitori cosa significa un pasto sano, equilibrato e sostenibile da distribuire durante la settimana. Se prima questa competenza era necessaria solo per il pasto serale in famiglia, perché del pranzo se ne occupava la scuola, ora è quanto mai importante acquisire una visione più ampia dei pasti per elaborare piatti idonei da portare scuola.
La commissione alimentazione già esiste in alcune scuole all’avanguardia. E’ il caso della scuola Rinascita Livi di Milano dove genitori e docenti fanno parte di una commissione che opera non solo nell’ambito della refezione scolastica, attraverso le tradizionali ispezioni in mensa, ma si occupa concretamente di educazione alimentare con laboratori, incontri e iniziative che coinvolgono l’intera comunità scolastica. Genitori e professori collaborano in un percorso di educazione alimentare che è parte integrante del P.O.F dove si afferma che la ‘scuola è di supporto alla formazione e allo scambio di esperienze tra docenti e alunni sui temi dell’alimentazione sostenibile, con azioni concrete quali l‟orto, la cucina didattica, il mercato a filiera corta e, alcuni sabato mattina, i laboratori di cucina offerti alle scuole del territorio’. In questo contesto il titolo di commissione mensa non basta più, ma evolve e si trasforma in commissione alimentazione promotrice di uno stile di vita sano e sostenibile a scuola e sul territorio.
Una realtà interessante che può rappresentare un modello a cui fare riferimento in un momento storico dove i genitori hanno avuto la capacità di rompere determinati equilibri che andranno ricostruiti per creare nuovi paradigmi.
Una realtà interessante che può rappresentare un modello a cui fare riferimento in un momento storico dove i genitori hanno avuto la capacità di rompere determinati equilibri che andranno ricostruiti per creare nuovi paradigmi.