A Torino i genitori che hanno scelto il ‘pasto da casa’ sono arrivati a sfiorare i 6.000 (per la precisione 5.841) sugli originari 25.000 pasti erogati in mensa. Di questi la fetta più grande 3.206 è rappresentata dalle famiglie fuori ISEE (oltre i 32.000 euro di reddito. Una crescita che galoppa e minaccia il servizio di ristorazione scolastica, se si considera che a ottobre erano meno della metà.
A Verona, il cui menu si posiziona al penultimo posto della classifica dei menu scolastici, le famiglie con il pasto da casa, hanno raggiunto, in alcune scuole, il 10%. Questa ‘fuga dalla mensa’ che si fonda principalmente su ragioni di qualità del servizio (costo oltre Isee € 4,70), è avvenuta in maniera più soft, in accordo con i Dirigenti scolastici, con la redazione di un regolamento che disciplina le modalità di richiesta e di consumo del pasto alternativo alla mensa; i documenti redatti (regolamento e liberatoria) sono stati inviati all’ufficio Scolastico Regionale e verranno presi come ‘riferimento’ per il prossimo anno scolastico.
Ad Asti, che si è conquistata il terz’ultimo posto nella classifica dei menu scolastici, i genitori hanno, dapprima, raccolto i dati del questionario Menu a punti per capire perché il menu invernale si è posizionato così in basso nel rating, poi, hanno iniziato una negoziazione con il Comune per un cambio di rotta nelle politiche alimentari della mensa. Un primo risultato è già arrivato con una bozza delle Linee guida per la costituzione e il funzionamento delle commissioni mensa, un documento che riconosce e disciplina l’operato dei genitori che volontariamente fanno ispezioni in mensa e nei centri cucina.
A Milano è stata appena eletta la nuova Rappresentanza cittadina delle commissioni mensa che si troverà, a breve, al tavolo di negoziazione con il Comune e Milano Ristorazione per il nuovo menu estivo. In previsione ci sono due probabili novità: l’introduzione di pasta biologica e gli annunciati rincari sulle tariffe.
A Firenze la dialettica, fomentata dalle fazioni politiche, vede genitori che vogliono ritornare ai piatti facili, a base di carne, contrapporsi a coloro che invece sostengono l’attuale menu proposto che va nella direzione della cucina di prevenzione a base di piatti locali. Ma il Vicesindaco Giachi non rinuncia al percorso di educazione alimentare intrapreso e monitora la qualità dei piatti realizzati nelle 9 cucine distribuite sul territorio che forniscono circa 22.000 pasti, andando settimanalmente a mangiare in mensa con i bambini per rilevare il livello di gradimento delle nuove ricette.
Anche a Roma, dove è stato appena chiuso il nuovo capitolato d’appalto della mensa, bimbi e famiglie dovranno digerire la svolta salutista del M5S a partire da settembre prossimo. A Roma i circa 145.000 alunni che frequentano le scuole e le mense della Capitale, dalla materna alle medie, potranno scegliere, una volta a settimana, un menù vegano senza carne, uova e latticini.
A Terni i genitori del Cosec (Comitato Servizi Educativi) contestano la richiesta di restituzione della cauzione (€ 137.830,95) che la concessionaria del servizio mensa (All Foods) dovrebbe incassare alla scadenza della convenzione. I genitori, dopo le irregolarità registrate nella numerose ispezioni registrate e formalmente notificate al Comune, chiedono la “decurtazione di parte delle stesse cauzioni“.
La contesa si estende alla questione del nuovo bando dove non compaiono 4 aspetti essenziali: la rimodulazione delle fasce Isee, l‘istituzione del comitato mensa cittadino, la nuova carta dei servizi e un piano di educazione alimentare. Punti chiave che erano stati sanciti dall’Amministrazione in una delibera del maggio scorso, ma che, ad oggi, non compaiono nel bando.
A Napoli i commissari mensa, Comune e Asl si sono incontrati sabato 25 marzo in un workshop a chiusura delle numerose occasioni di confronto che si sono tenute in questi mesi con le famiglie e le Istituzioni, che hanno portato alla redazione di una serie di linee guida dei genitori nella formulazione dei menu scolastici. Molti i cambiamenti in vista nel nuovo menu, primo fra tutti la diminuzione della proposta di carne che sarà solo una volta alla settimana. Le funzioni di controllo rimangono un aspetto critico per i genitori che vorrebbero un sistema di monitoraggio efficace ed efficiente da parte dell’Amministrazione e dell’ASL che garantisca l’effettiva fornitura di materie prime di qualità nella mensa scolastica napoletana.
A Termoli è stata affidata, con un tempo di durata record, la mensa scolastica all’ati Cir Food-Tecnon per ben 18 anni. Una vicenda complicata che ha visto l’aggiudicazione all’azienda emiliana, che dovrà costruire e gestire il nuovo centro cottura.