A Roma dei 140.000 pasti circa 60.000 sono in autogestione vale a dire che la mensa è gestita direttamente dalla scuola: è l’Istituto scolastico che in base alla autonomia scolastica, effettua una gara d’appalto (seguendo quanto indicato nel Capitolato Speciale d’Appalto di Roma Capitale) e affida il servizio alla ditta che risulta aggiudicataria della gara.
In alternativa alla mensa autogestita c’è la gestione diretta cioè direttamente da Roma Capitale e dal Municipio territorialmente competente che provvede all’espletamento della gara per l’affidamento del servizio.
A che pro una scuola si prende l’onere di gestire una gara d’appalto e soprattutto la riscossione dei pagamenti da parte delle famiglie? Il vantaggio c’è ed è strettamente economico: a Roma le famiglie pagano il servizio annuo e quindi anche i pasti non consumati in caso di assenze, a differenza di altri Comuni dove invece si paga solo il pasto consumato; a fine mese la scuola fa la sua rendicontazione e paga al fornitore i pasti erogati, il Comune integra le quote ISEE e le giornate di assenza degli alunni e quindi dei pasti non consumati, le trattiene la scuola. Le giornate di assenza rappresentano il vantaggio economico della mensa autogestita di Roma. A fine anno il budget accumulato con questo sistema è vincolato al finanziamento di progetti educativi, arredi scolastici o piccola manutenzione. Ossigeno per il sistema scolastico in perenne crisi. Così succede che le scuole che sono in grado di fare una buona gara d’appalto, che è garanzia di un pasto di qualità e quindi una più facile riscossione del costo mensa, possono arrivare ad accumulare un tesoretto che va da 25.000 a 60.000 euro.
Con questo sistema di mensa in autogestione le scuole ‘efficienti’ si finanziano e offrono progetti educativi agli alunni che altrimenti non potrebbero essere realizzati.
Purtroppo, ci spiega la Preside dell’Istituto Comprensivo Claudio Abbado, che conta 1.400 pasti al giorno in autogestione, questo sistema è in dismissione e dovrà finire entro il 2020. Attualmente l’appalto in vigore ha avuto inizio il 1 gennaio 2014 e terminerà il 30 giugno 2017, ma già dalla prossima gara d’appalto non è più consentito alle scuole ‘centralizzate’ di passare all’autogestione in vista della chiusura del sistema autonomo entro 3 anni. E’ quanto sancisce il decreto SalvaRoma che tra le varie disposizioni prevede anche il rientro delle scuole al sistema di mensa centralizzata. Una scelta che le direzioni scolastiche subiscono, ma che sperano la nuova Amministrazione rivaluti perché ad oggi sono un buon sistema per garantire qualità del servizio, sostegno al sistema scolastico, il tutto a costo zero per il Comune.