A Genova l’ASL ha provveduto a fare le opportune analisi delle arance con la patina bianca trovate in mensa e a disporne il ritiro. A Milano nell’aprile del 2014 stessa segnalazione da parte dei genitori all’ASL, (vedi foto) ma la risposta è arrivata 2 anni dopo. Nell’articolo di ieri apparso su il Secolo XIX si parla di una dirigente della Asl3 Ersilia Maria D’Aste, sempre sensibile alla salute dei bambini che ha disposto il ritiro in via cautelativa. A Milano questa stessa sensibilità non c’è e le arance sono rimaste per questo motivo: ‘“Per quanto attiene i residui di fitosanitari analizzati, il campione risulta conforme al Regolamento CE 396/2005 e successivi aggiornamenti e all’Allegato 5 del DM 27.08.04 relativamente agli impieghi autorizzati in Italia e intervalli di sicurezza che devono intercorrere tra l’ultimo trattamento e la raccolta”.
A Genova l’ASL ha lavorato in maniera preventiva: “Nell’ambito dell’attività routinaria di campionamento a tutela della salute pubblica, effettuata congiuntamente da Asl3 e Arpal, dall’analisi di un campione di arance naveline, campionato presso un centro di cottura della ristorazione scolastica, sono emersi valori al fuori della norma per un pesticida (dimetoato +ometoato)“.
A Milano, invece, i rilievi sono frutto delle ispezioni dei genitori commissari mensa che hanno trovato in diverse mense arance con la patina bianca e hanno sottoposto la questione all’ASL. Per la cronaca a Genova si è trovata sulle bucce una sostanza impiegata nella protezione degli ulivi per combattere la mosca olearia. A Milano si è trattato di residui di Imazalil, un fungicida utilizzato per la conservazione degli agrumi. L’impiego di questa sostanza è concesso su frutti già raccolti, che si ritiene rimangano nella buccia e non penetrino nel frutto, dando per scontato che le bucce vengano scartate. In questo senso il pericolo di assumere i residui delle sostanze chimiche usate dovrebbe essere modesto.
Tuttavia il fatto che questi residui vengano considerati ‘conformi‘, non basta. L‘ASL si basa su dati standard e non contempla il fatto che le arance non vengono somministrate sbucciate a tutti i bambini, soprattutto quelli della materna e dei primi anni delle elementari. Molto spesso i bambini mangiano le arance a spicchi succhiando la fettina con la buccia. Ecco quanto aveva spiegato all’ASL una mamma e professoressa, Sara Casella (ex Rappresentante cittadina delle commissioni mensa di Milano) a cui più volte ha inviato la sottostante comunicazione:
[…] Vi faccio presente, ed è forse questo l’aspetto a mio avviso più preoccupante, che in molte scuole, materne in particolare, vige l’abitudine di dare ai bambini le arance tagliate a metà o in quartini NON SBUCCIATE; così che i bimbi succhino direttamente lo spicchio (altrimenti per i bambini non è facile mangiare l’arancia, che infatti registrava tassi di rifiuto elevati, e che viene distribuita molto spesso nel corso dell’anno, gli altri agrumi, più graditi ai bambini e più semplici da preparare, come le clementine, sono decisamente più rari nei nostri refettori). Sottolineo che, per mancanza di tempo, il frutto non può essere sbucciato dalle educatrici/docenti né tanto meno dalle scodellatrici). […]
Il fatto che a Genova il ritiro sia stato fatto ‘in via cautelativa’ conforta i genitori genovesi sul fatto che c’è attenzione e volontà d’intervenire per evitare qualsiasi margine di rischio a cui sono esposti i bambini, soprattutto i più piccoli.
Se nelle altre realtà non c’è la stessa sensibilità, rimane solo una soluzione in grado di tranquillizzare i genitori e alleggerire le ASL: somministrare solo arance (e mandarini) biologiche.