Questa mattina è arrivata la conferma: il ricorso del Miur contro il diritto al pasto da casa, sancito dalla sentenza della Corte di Appello di Torino il 21 giugno, è stato respinto. Il diritto di poter scegliere se avvalersi della mensa scolastica o portare a scuola il pasto domestico è confermato per tutti, non soltanto per le 58 famiglie torinesi che avevano fatto causa.
Ora bisognerà definire le regole che consentano di avere nello stesso refettorio sia i bambini che mangiano il cibo della mensa che quelli che si portano il pasto da casa. Sarà necessario stabilire da subito gli ambiti di responsabilità all’interno dello stesso spazio del refettorio, che vedrà coesistere il cibo del fornitore del servizio mensa con quello portato da casa.
Il giudice parla di ‘coesistenza e non di reciproca esclusione” anche se apre a possibili varianti: “ferma la discrezionalità amministrativa nell’organizzazione delle modalità necessarie a consentirne il consumo”.
Ora i Comuni non possono più respingere le lettere con le quali i genitori hanno chiesto di non avvalersi del servizio di refezione scolastica, ma dovranno mettere a disposizioni delle famiglie i moduli per l’esonero alla mensa e stabilire regole, amministrative e organizzative, (come già sta facendo il Comune di Torino) che consentano ai presidi di essere nelle condizioni di accogliere tutti i bambini, anche quelli con con la ‘schiscetta’ o ‘baracchino’ che dir si voglia.