Anche quest’anno l’associazione foodinsider è impegnata nell’indagine dei menu dell’anno scolastico 2020/21 che si completa con la pubblicazione del 6° Rating. Il questionario Menu a Punti continua ad essere lo strumento di raccolta dati attraverso il quale mettere a confronto i diversi modelli di mensa scolastica di cui i menu sono espressione. I dati raccolti, come ogni anno, vengono controllati anche attraverso un confronto con le Amministrazioni e i responsabili del servizio mensa scolastica che hanno l’opportunità di integrare informazioni sul servizio ed, eventualmente, fare riferimento ai progetti messi in atto durante l’anno scolastico.
Quest’anno sappiamo già che tutti i progetti hanno subito uno stop, sarà quindi difficile trovare novità sul piano educativo. Ciononostante osserviamo con molto interesse come ogni realtà ha reinterpretato la mensa scolastica in tempo di pandemia: chi cercando di mantenere alti gli standard qualitativi ad ogni costo, chi appiattendo il servizio con piatti facili.
Quest’anno il confronto con le Amministrazioni si alimenta di qualche domanda in più che permette di arricchire il quadro di riferimento. Ci interessa sapere se il servizio di ristorazione scolastica ha richiesto l’impiego di nuova forza lavoro. Sappiamo che, in generale, la mensa scolastica ha richiesto maggiori risorse umane là dove si è reso necessario scodellare il cibo nelle classi, ma anche per dare maggiori garanzie di sicurezza agli utenti. Raccogliere questo dato e l’impatto che le nuove risorse ha avuto sulle tariffe consente di dare una chiara collocazione del servizio nelle politiche del Comune.
La secondo domanda riguarda il ruolo della mensa scolastica a supporto delle famiglie vulnerabili. Sappiamo che alcuni Comuni hanno utilizzato la mensa scolastica a supporto della comunità di riferimento, anche a scuole chiuse. Si tratta di efficaci strategie di contrasto alla povertà alimentare che hanno messo la mensa scolastica al centro di iniziative, coordinate tra vari operatori del territorio, realizzate per garantire l’accesso al cibo alle fasce di popolazione più fragili.
In questo senso ‘il mangiare a scuola’ e ‘il cibo della scuola’ non sono più solo strumenti con i quali realizzare una food policy che punta alla salute dei bambini e del pianeta, ma diventano strumenti di equità e sostegno per le comunità del nostro Paese.
Quest’anno il nostro punto di osservazione vuole mappare la ‘mensa solidale’ quella che crea posti di lavoro e si apre alla comunità come strumento di sostegno e di sviluppo del territorio. A breve renderemo pubblici i risultati.