A Torino l’avvio del pasto da casa, ufficiale dal 3 ottobre, avviene a metà: si può portare il pasto domestico, ma non si può consumarlo nel refettorio insieme agli altri. Così alcuni dirigenti si trovano a fare marcia indietro e a bloccare il pasto da casa, altri organizzano spazi separati, altri ancora scelgono di privilegiare la ‘serenità’ dell’ambiente scolastico alla burocrazia e, in attesa dei sopralluoghi richiesti dalle Istituzioni, mantengono il consumo misto in refettorio.
Era il 5 settembre quando il Comune di Torino istruiva le scuole sulla necessità di comunicare all’Assessorato, entro il 26 settembre, i nominativi degli alunni che avrebbero richiesto di fruire del pasto domestico in alternativa al servizio di ristorazione. Con questa comunicazione si riconosceva la possibilità di non usufruire della servizio mensa, con la possibilità di riattivare il servizio dopo il primo quadrimestre. Si specificava, infatti che la fruizione del pasto da casa avrebbe avuto validità di almeno un quadrimestre, dando la possibilità di rivedere la propria scelta per il quadrimestre successivo, entro il 20 gennaio 2017.
A seguito di questa comunicazione i dirigenti scolastici hanno inoltrato avvisi alle famiglie e molti si sono organizzati da subito per avviare la possibilità di un consumo misto, mensa e pasto da casa, all’interno della propria scuola. In alcune realtà si è provveduto a utilizzare i refettori, in altre scuole invece ad adibire aule.
La comunicazione del Comune del 26 settembre segna un nuovo passaggio: il refettorio è ad uso esclusivo dei fruitori del servizio mensa. Per consentire l’avvio di un consumo misto all’interno dello stesso spazio diventa necessario richiedere un sopralluogo per valutare la possibilità del consumo del pasto da casa nel refettorio.
Con questa Circolare alcune scuole hanno comunicato ai genitori che il 3 ottobre non potranno consentire il consumo del pasto domestico all’interno della propria struttura in assenza di spazi alternativi, altri invece hanno comunicato che il consumo avverrà all’interno di aule con la supervisione di insegnanti o personale ATA.
Tra gli avvisi inviati ai genitori ci sono anche Dirigenti che contrastano l’indicazione del Comune di poter usufruire del pasto da casa e poi riattivare nel secondo quadrimestre il servizio mensa perché lo sforzo organizzativo richiesto alla scuola non permette questa flessibilità.
Tuttavia alcuni Dirigenti scelgono di mettere al primo posto la serenità dei bambini rispetto alle disposizioni delle Istituzioni, scrivendo alle famiglie: ‘In attesa che venga effettuato il sopralluogo e vengano impartite disposizioni in merito alla individuazione degli spazi, la dirigenza accoglierà gli alunni che hanno fatto richiesta di usufruire del pasto domestico nel refettorio sotto la vigilanza dell’insegnante. Tale decisione viene adottata nell’ottica di garantire a tutti gli alunni il diritto all’educazione e all’istruzione in un ambiente sereno.‘